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La comunità parrocchiale della matrice di San Cesario di Lecce ha dato inizio al nuovo anno pastorale con un importante anniversario.

 

 

Il 24 settembre 2000 iniziava a svolgere la sua attività di parroco mons. Luigi Scardino che ha celebrato i suoi vent’anni di parrocato. Al termine della messa solenne, con la partecipazione dei gruppi parrocchiali, abbiamo rivolto a lui qualche domanda.

Cosa significa aver raggiunto il XX anniversario dall’insediamento canonico nella nostra comunità?

Vent’anni sono tanti. Il nostro compito di pastori è quello di gettare un sassolino nell’acqua che crea tanti cerchi concentrici. Il sassolino diventa il centro, Gesù, e i cerchi che si muovono all’infinito sono il suo messaggio di fede. Questa è la parrocchia e il sacerdote non è il centro ma è colui che tira la carretta. “Una famiglia di famiglie” non è solo uno slogan ma è un’esperienza concreta. Tanti sono i gruppi di laici: da coloro che servono all’altare, i ministranti, a chi riveste un ministero come i lettori e accoliti. Chi anima la comunità: dai gruppi più antichi come le confraternite, le terziarie domenicane e francescane, ai gruppi più giovani, dall’Apostolato della preghiera, al gruppo di preghiera di San Pio fino all’Azione cattolica da sempre attiva e presente. Chi forma la comunità: dalle catechiste agli educatori.

 

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Un pastore con l’odore delle pecore. Come vivi il tuo rapporto con le famiglie?

Ho cercato sempre di mostrare la mia vicinanza alle famiglie della comunità con la periodica visita con la benedizione pasquale delle case. Percependo così le loro reali situazioni religioso-morali e socio-economiche. Ecco la cura e l’importanza della Caritas, del centro ascolto e del Gruppo del volontariato vincenziano che vede molte famiglie in difficoltà ricevere aiuto solidale, maggiormente in questo tempo di pandemia. Con la grande vitalità dell’Azione cattolica, di cui per 13 anni ho ricoperto il ruolo di assistente diocesano degli adulti, e il forte aiuto nonché costante presenza delle catechiste, abbiamo curato la chiesa fatta di persone. Tanti i battesimi, le prime comunioni, le cresime e i matrimoni che hanno visto una comunità in festa per i suoi figli. Ora si continua a servire la comunità, avendo presente i tempi attuali, non bisogna venir meno al dovere della formazione cristiana alla scuola del Vangelo con la cura della liturgia e la partecipazione attiva dei fedeli.

 

Da una Chiesa fatta di persone alla cura della chiesa fatta di pietre. Che cosa prevede il futuro?

In questi anni, non solo la nostra chiesa madre, ma tutte le cinque chiese rettoriali sono state oggetto di radicali restauri. Dopo il restauro dell’altare privilegiato che ne ha restituito i colori originali in tutto il suo splendore, con il consiglio affari economici abbiamo curato il ripristino di tutte le strutture per lo svolgimento della vita parrocchiale come le sale parrocchiali, la canonica i cui lavori sono in corso, e adesso il centro oratoriale San Salvatore che a breve avranno inizio i lavori di ripristino delle strutture ludiche che sono inutilizzabili a causa dell’incuria del tempo. È una grande sfida che porteremo a termine!

 

 

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