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Con l'odore di incenso e, ancora fresco di Crisma si è aperta la giornata di ieri, baciata dal sole e abbracciata da ali di uomini e donne di un paese che ha visto don Angelo Rizzo crescere e coronare il suo più grande sogno.

"Innalziamo anche noi la nostra lode alla trinità che dona la vita, tutta la terra è piena della sua gloria". Con l'eco del Trisaghion di Marco Frisina ha avuto inizio la Solenne celebrazione della prima messa di don Angelo Rizzo, un canto non scontato ma che diventa l'inno di una vita sacerdotale al suo inizio.

Durante l’omelia della prima messa del novello sacerdote, il parroco don Luciano Forcignanó ha voluto augurarli di santificare sempre la sua vita dovunque sarà chiamato ad esercitare il suo ministero. "Il tuo cammino sarà illuminato dal Signore e la Vergine Maria - ha ricordato il parroco di Sant'Antonio - non temere niente e nessuno perché il tuo andare tra i fratelli sarà quello di un missionario del Signore, ascolta quanti apriranno a te il cuore e così sarai il pescatore evangelico di uomini".

Don Angelo ha voluto poi, al termine della sua prima messa, ringraziare tutti coloro che in questi anni di formazione lo hanno accompagnato: gli educatori incontrati negli anni del seminario, gli amici e i compagni di strada, i vescovi che si sono succeduti e i parroci della sua comunità che gli hanno indicato, come padri, la sua strada. Ha rivolto un ringraziamento particolare alla sua famiglia che con l’esempio concreto nella fede lo ha guidato sino a questo giorno e infine ha auspicato un cammino di comunione tra le due parrocchie, divise in passato da diversi rancori, che nella giornata di ieri e durante la settimana di preparazione alla sua ordinazione si sono rivelate essere compatte e unite come un'unica famiglia.

L’intera comunità di San Cesario di Lecce si è stretta attorno a don Angelo, condividendo la bellezza della gioia, radunati attorno ad un altare, dove, da sempre sotto lo sguardo del grande crocifisso, ci sono e ci saranno ancora nuove mani pronte a spezzare il pane.

 

Si ringrazia Antonio Antoniozzi per il servizio fotografico

 

 

 

 

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