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Ieri, in una Novoli deserta e silente, soffocata dalla paura del domani, si innalzava nella chiesa matrice l'atto di affidamento di tutto il popolo novolese alla Vergine del Pane, dal 1707 protettrice della città.

 

 

 

Il sindaco Marco De Luca insieme con l'arciprete don Stefano Spedicato, in rappresentenza del clero diocesano e religioso, la città degli uomini e la città di Dio insieme (CLICCA QUI), uniti in un solo grande abbraccio per invocare la sua protezione perché difenda la comunità dal Coronavirus . “Nel 1707 - ha detto il primo cittadino -, Maria intercedette salvando il paese dal contagio con il miracoloso pane donato a Giovanna. Oggi ho rinnovato la profonda devozione e l’amore dei novolesi verso la propria patrona. Ho pregato affinché la Vergine Maria possa dare forza e protezione ai malati e a chiunque in queste settimane sia impegnato per proteggere tutti noi da questo male. Ringrazio don Stefano e don Luigi per aver accolto la mia richiesta che sono sicuro interpreta il sentimento religioso dei novolesi”.

La tradizione tramanda che in una sera del 1707 Maria, avvolta da un candido manto, apparve nei pressi di un'edicola votiva raffigurante Maria SS di Costantinopoli (oggi posta sull'altare maggiore della chiesa parrocchiale della Madona del pane) ad una povera villanella analfabeta chiamata Giovanna dandole un pane con l'impegno che lo stesso fosse dispensato ai compaesani moribondi a causa di una strana epidemia che mieteva ogni giorno vittime.

Il parroco di quel tempo, scettico un po' all'inizio, si convinse del prodigio quando si accorse delle miracolose guarigioni che si verificavano appena i poveretti portavano alla bocca un tozzo di quel pane benedetto.

Da allora Maria fu proclamata protettrice della comunità e venerata come Madonna del pane.

 

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