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Il giudice monocratico del tribunale di Lecce ha emesso 67 sentenze di condanna, oltre che 25 assoluzioni, al termine del primo grado di giudizio che ha visto coinvolti alcuni salentini che, tra il 2017 e il 2019, hanno manifestato a Melendugno contro la realizzazione del gasdotto Tap.

 

 

 

Nessuna condanna ha superato i 4 anni, ma in tanti hanno espresso un forte risentimento nei confronti di questa sentenza, tra questi anche il sindaco di Melendugno, Marco Potì, che ha espresso la sua solidarietà ai manifestanti: “Esprimo vicinanza e solidarietà ai tanti attivisti no tap che negli anni scorsi hanno voluto manifestare, a torto o a ragione, la loro contrarietà per un opera inutile, dannosa, pericolosa e, forse, pure illegittima ed oggi hanno ricevuto sentenze di condanna molto pesanti”.

Il primo cittadino, che negli anni più volte ha confermato la sua posizione contraria alla realizzazione dell’opera, ha poi concluso: “Ci saranno altri gradi di giudizio, che, spero vivamente, possano arrivare a conclusioni opposte. Quest’oggi come cittadino, sento il timore che si sia voluto dare una lezione esemplare per chi si è permesso di abbandonare il torpore quotidiano e abbia deciso di manifestare per difendere i beni comuni, per aver sognato di poter cambiare quelle decisioni imposte e lontane. Ho il timore che questo sia un segnale negativo per tutti e possa intaccare quelli che sono i principi costituzionali e democratici alla base di quel patto speciale che c’è tra i cittadini e lo Stato.Oggi avverto con angoscia questi timori. Spero che le istituzioni democratiche e i giudici di appello possano far superare queste sensazioni negative e pessimiste. Continuiamo a sperare in una giustizia giusta. Continuiamo a sperare che sia sempre possibile manifestare il proprio dissenso. Continuiamo a crederci ed a non mollare. Per l’Italia. Per la democrazia. Per il futuro”.

Nel frattempo, già dai primi giorni dell’anno in corso, il gasdotto ha già iniziato ad importare in Italia il gas proveniente dal territorio Azero, contemporaneamente alla prosecuzione dei lavori presso il cantiere della centrale di Melendugno.

 

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