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Non si arresta il malumore a Melendugno e comuni limitrofi per quello che sta accadendo in relazione alla costruzione del gasdotto TAP, opera che la multinazionale ha già avviato nei pressi del litorale di San Foca.

A breve tempo dall’incontro dell’attuale governo, che sul tema ha discusso a palazzo Chigi anche insieme al sindaco di Melendugno Marco Potì, molti cittadini sembrano non accettare la linea dell’esecutivo di abbandonare l’idea di una possibile interruzione dei lavori.

Gianluca Maggiore, uno dei portavoce del comitato No Tap, ha dichiarato "Quello che è chiaro è che si sta giocando. I ministeri non hanno documenti, non sanno. Si è arrivati a parlare nuovamente di penali, ma non è stato mostrato nessun contratto con la firma di chi ha accettato queste penali. Ci sarebbe da chiedersi chi si vuole coprire negando al pubblico questi documenti. La battaglia continua, e continua pure la richiesta di dimissioni in blocco degli eletti nel Movimento 5 stelle in caso ricomincino i lavori”. 

Grande delusione espressa anche dalla locale associazione Mamme No Tap, che alza i toni nei confronti Movimento di Grillo e Di Maio: “Il Salento tutto vi ha ascoltati, si è fidato ed affidato alle vostre fresche promesse che sapevano, in un’epoca di partitismo lobbista e classista, di nuova speranza per un popolo che l’aveva persa. Ci siamo fidati al punto che, soltanto il comune di Melendugno interessato dall’approdo del gasdotto, vi ha premiati col 67 % dei voti”.

Non si placa quindi la rabbia del territorio nei confronti di questa costruzione che, se pur appena avviata, ha già visto l’eradicazione di numerosissimi ulivi e uno svellimento imponente del terreno. Rabbia comprensibile considerato che nel tempo sono passati dalla costa di San foca e al fianco dei No Tap molti esponenti dell’attuale governo come il ministro Barbara Lezzi e Alessandro Di Battista.

 

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