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Ancora una volta la festa di San Vito, patrono di Lequile, si è svolta in forma ridotta; i cittadini ed i fedeli hanno partecipato a riti civili e religiosi proposti.

 

 

 

Anche se la tanto attesa processione tanto attesa non c’è stata, questo non ha scoraggiato molti devoti, i quali hanno allestito comunque con bandiere e ceri i prospetti esterni delle loro case; alcune di esse, come quella della signora Sambati, sono risultate vere e proprie installazioni per San Vito.

I tre giorni dedicati a San Vito sono stati molto sentiti e partecipati, si sono celebrate Sante Messe in diverse fasce orarie, presiedute tra l’altro da mons. Cristoforo Palmieri il sabato all’aperto nello spazio antistante la chiesa in largo San Vito e la domenica dal card. Salvatore De Giorgi.

Come ogni anno si ringrazia l’intera popolazione di Lequile, che risponde con entusiasmo alle iniziative del comitato feste, la Deputazione e i portatori della statua del santo patrono che con passione e sacrifici silenziosi si dedicano alla promozione del culto e alla figura del santo.

L’arciprete don Carlo Calvaruso, coadiuvato da don Antonio De Nanni e da don Andrea Zonno, all’inizio di ogni celebrazione eucaristica ha ringraziato le autorità civili e militari ricordando il grande impegno che in  quest’ultimo anno e mezzo di pandemia hanno dovuto affrontare per risolvere una situazione del tutto inedita per la nostra generazione, ha esortato a riprendere la speranza, prendendo esempio dalla testimonianza di un giovane poeta britannico, autore della fiaba della grande consapevolezza, che ha vissuto l’invasione del virus e pieno di speranza ha sognato il mondo del domani, di tutto quello che potremo fare, se i nostri sogni avranno tanta forza da diventare realtà.

Durante l’omelia mons. Palmieri si è soffermato sui giovani che in questi ultimi anni sono i grandi assenti nelle comunità, al contrario di alcuni giovani che hanno dedicato la loro vita a Dio, come Carlo Acutis, un giovane dei nostri tempi che faceva le stesse cose che fanno i nostri giovani, ma amava l’eucaristia il pane dei forti, la sua autostrada per il paradiso. Si è rivolto tutti chiedendo come viviamo la nostra fede se non ci nutriamo dell’eucaristia, facendo notare che non ci sarebbero i santi e la fede senza questo nutrimento. Ha esortato tutti ad aiutare i giovani a vivere come il santo, come modello di vita ascoltando la parola di Dio e nutrendosi dell’eucaristia, non venire a messa perché imposto ma venire a messa per sedere alla mensa del Signore. Il giovane Vito non si è lasciato convincere dalle parole feroci dei suoi persecutori, non ha esitato a mantenersi fedele a Cristo senza paura di perdere la vita. Se la vita è amore, l’amore non si vende, l’amore si dona.

I fedeli hanno vissuto con la ammirazione la celebrazione presieduta dal longevo card. De Giorgi, molto vicino alla comunità di Lequile, che nella sua omelia ha messo in risalto il giovane Vito alla scoperta della fede per Dio sino al suo martirio, il messaggio è chiaro Dio è per la vita e non per la morte, noi siamo immagine viva della Sua presenza e San Vito ci sta vicini per la nostra serenità di vita alle nostre famiglie e in particolar modo alle famiglie di Lequile.

Non è mancata in questa occasione la presenza del gruppo bandistico, che ha allietato la popolazione per le vie di Lequile, e i fuochi pirotecnici ammirati la sera di domenica 27.

La festa di San Vito si è conclusa la sera del 28 giugno con la santa messa di ringraziamento e con il concerto dedicato a Lucio Battisti in Piazza San Vito.

 

 

 

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