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Un’installazione con 47 palloncini rossi sulla piazza della Parrocchia San Massimiliano Kolbe in Lecce domani 18 settembre alle 19.30.

 

 

 

Quarantasette palloncini rossi, pari al numero di donne uccise da gennaio ad oggi in Italia, “Per non aspettare il 25 novembre”, il titolo della serata, dedicata alla riflessione per l’eliminazione della violenza contro le donne. Quarantasette palloncini rossi per lanciare un messaggio forte e chiaro: “D’amore non si muore!”.

Con questa iniziativa di sensibilizzazione il parroco, don Antonio Murrone, ha deciso di dedicare un momento di riflessione, sull'emergenza che riguarda le donne vittime di violenza. Due donne uccise per mani di uomini, nello stesso giorno, proprio nel mese di settembre.

I volti ed i nomi delle vittime scorreranno su un maxischermo, un flash-mob, ed un momento di preghiera, per riflettere sulla condizione di subalternità e disuguaglianza che le vivono le donne rispetto agli uomini e che purtroppo le porta ad essere, ancora oggi nel modo, vittime di abusi, crudeltà, discriminazioni e morte, soprattutto in ambito domestico.

“Consapevoli di questa diffusione della violenza contro le donne - ha sottolineato il parroco di San Massimiliano Kolbe, riteniamo di richiamare la comunità cristiana e civile, senza aspettare il 25 novembre”.

Si desidera, attraverso questo momento di riflessione e preghiera invitare i cristiani ad un rinnovato impegno per prevenire i comportamenti violenti, per riconoscerli e condannarli, accogliendo la richiesta di serenità e liberazione dalla violenza, da parte di quante la subiscono, e da parte di quella società civile che si indigna di fronte a tali pratiche.

La violenza domestica assume molteplici forme: può essere fisica, economica, psicologica, sessuale. 

La violenza di genere, qualunque siano le modalità con le quali viene esercitata, ha come presupposto l’attribuzione alla donna di un ruolo subordinato rispetto all’uomo.   

Tutte le forme che può assumere la violenza di genere hanno come comune denominatore l’assunzione della donna e del corpo femminile come mero oggetto: “qualcosa” che si può sopprimere, sfruttare, violare e assoggettare, perché percepito dagli uomini come strumento per i propri obiettivi e bisogni. 

Musica, parole, e immagini, sulla piazza della parrocchia, per raccontare un dramma quotidiano, che deve essere valutato con estrema urgenza.

 

 

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