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“Le religioni spiegate ai giovani”: libro dal titolo ambizioso ai tempi d’oggi, considerata la difficoltà oggettiva dell’adulto di comunicare con generazioni che mutano, antropologicamente, ad una velocità impensabile nel passato.

 

 

L’autore Mauro Leonardi, sacerdote, scrittore e giornalista, ha illustrato l’obiettivo del suo lavoro ieri sera, in un incontro aperto a tutti presso la parrocchia di San Massimiliano Kolbe a Lecce.

“Probabilmente i miei genitori”, afferma don Mauro, “non hanno mai interagito con qualcuno che appartenesse a una religione diversa da quella cattolica”. Oggi non è più così!

“La sfida della necessità del dialogo tra le religioni pone il problema della riflessività”: una riflessività che deve mirare a convivere con le differenze, forti della propria identità. A fronte del rischio dell’indifferentismo o della fissità nelle proprie posizioni, il cristiano deve imparare a superare le differenze dogmatiche con le altre religioni per cogliere la comunione di intenti del bene.

Il bene, nei suoi tratti essenziali, è presente in ogni essere umano. Si tratta di relazionarsi con l’altro per percorrere un terreno comune di integrazione nella direzione del bene, lì dove i valori universali possono essere concretizzati reciprocamente per cogliere ciò che ci può arricchire: in una parola ciò che accomuna non ciò che divide.

La svolta avviene nella dimensione delle azioni concrete della singola persona; è proprio dal confronto che si coglie il valore del cristianesimo e del cattolicesimo! Allora “non entreranno in dialogo ‘le religioni’ ma le persone singole”.

Di conseguenza, interrogarsi sulle ragioni delle relazioni diventa fondamento di una nuova convivenza interreligiosa: perché un musulmano tiene alla relazione con un cristiano e viceversa? Probabilmente le ragioni sono diverse; e da qui deve nascere la ricerca di spazi nei quali costruire insieme il vissuto personale e sociale. La dogmatica non deve entrare in questo percorso relazionale! È necessario, infatti, non irrigidirsi sulla dogmatica in sé o sulla relazione in sé, per evitare il rischio di divinizzare entrambi!

“La conoscenza è alla base dell’accoglienza e dell’accettazione fra diversi, e il credo religioso, qualunque esso sia, se tende a unire e non a dividere può essere un formidabile cemento”.

                                                                                      

 

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