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Messa prima degli esami a San Sabino, ancora una volta, ma con sempre nuove emozioni.

 

 

Il parroco di San Sabino in Lecce, don Sandro Quarta, la sera del 10 giugno, ha officiato e tenuto l’omelia per i ragazzi impegnati in questi giorni con le prove conclusive del primo ciclo di studi e alla presenza della dirigente dell’Istituto comprensivo “Stomeo-Zimbalo” del capoluogo, Elisabetta Tundo, dei genitori degli esaminandi e di alcune insegnanti. “Ci troviamo in chiesa in questa sera che ha un significato peculiare per voi ragazzi, ma in particolare per i genitori, i vostri docenti. Quando si chiude un periodo dell’esistenza, da una parte si guarda indietro, dall’altra in prospettiva futura, con il punto interrogativo, ci si chiede: chissà che cosa avverrà? Prima di tutto deponiamo ai piedi dell’altare insieme le esperienze buone e quelle spiacevoli, ovvero ciò che è accaduto in questi primi otto anni di scuola. Il salmo responsoriale ha così recitato: Risplenda su noi la luce del tuo volto, Signore. Quando arrivano gli esami, anche nei docenti essi suscitano una grande emozione. Voi ragazzi siete il sale della terra e la luce del mondo. Il sale non va mangiato da solo e se manca il cibo è insipido. Per le popolazioni antiche era prezioso, per esse era una ricchezza, tanto da scatenare dissidi e guerre per il suo possesso. Voi dovete dare sapore alle cose, voi siete la luce del mondo, se siete nel buio perdete tutti i punti di contatto. Essere luce del mondo significa essere riferimento per gli altri”.

Il celebrante ha detto inoltre: “Cosa vi resterà di quest’anno? Tante amicizie, tanti rapporti umani e l’interesse per ciò che cercate, quella sana curiosità di conoscere, comprendere, la voglia di essere aperti. E citando il modello I care di don Lorenzo Milani, parroco di Barbiana, prendete a cuore le situazioni, le persone, quello che arricchisce la vostra vita badando al come ne abbiate cura”. Ecco il sale e la luce del mondo: interessarsi di ciò che è intorno, sia le cose semplici e belle sia quelle brutte, perché il Signore le accoglie ugualmente. “Prendiamo con il cuore quanto ci fa vivere e ciò che a noi interessa – ha concluso don Sandro -Il mondo che non si prende cura fallisce, quello in cui prendiamo tutto a cuore come sale e luce di esso ha la speranza di migliorare, nonostante le cadute, le fragilità. Ringraziamo Dio per il tempo che ci ha donato, le persone, le situazioni: le pagine che avete studiato faranno sicuramente scaturire qualcosa di importante. Ognuno di noi nasce per cose grandi. Cercatele e scopritele, pregando il Padre di sostenere il vostro cammino. Ringrazio, infine, i professori, i genitori presenti e voi ragazzi. Noi siamo qui e facciamo il tifo per le vostre prestazioni”.

Con un caloroso augurio, don Sandro ha salutato tutti gli astanti.

 

 

 

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