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Cantare amantis est affermava Sant’Agostino, intendendo che il cantare proviene dall’amore e, dunque, è l’amore a creare il canto.

 

 

 

 

E San Benedetto, nella sua Regola, si soffermava sulla congiunzione spirituale tra uomo e Dio grazie alla musica e ai suoi monaci indicava Coram angelis psallam tibi, Domine prendendo spunto da un versetto dei Salmi: di fronte agli angeli voglio cantarti, o Dio. E come dimenticare la visione di Papa Benedetto XVI per cui la musica liturgica deve restare fedele all’originaria vocazione edificante e devozionale indicata da Sant’Agostino e San Tommaso, come affermava nel saggio “Lodate Dio con arte” «Accogliendo in sé i sensi, lo spirito non si umilia, bensì giunge all’intera ricchezza della creazione. E i sensi non perdono la loro realtà quando vengono attraversati dallo spirito, bensì solo in tal modo partecipano alla sua infinitezza. Ma non dimentichiamolo: questa musica non è opera di un istante, ma partecipazione a una storia. Non è creata da un singolo, ma solo nella collaborazione».

E proprio nel solco della tradizione stasera 13 aprile a Lecce due appuntamenti di rilievo che sottendono l’avocazione della musica come preghiera corale.

Alle 19 presso il Monastero delle Benedettine i “Viri Cantores de Finibus Terrae”, diretti da Giuseppe Lattante, propongono il concerto meditazione Fac ut ardeat cor meum, con la voce recitante di Dario Marangio e la voce solista di Maria Grazia Nicchiarico.

 

 

 

 

A seguire, alle 20 nella chiesa di Sant’Anna si terrà il concerto Il canto della Madre per il figlio. In programma lo “Stabat Mater” di Giovan Battista Pergolesi, di Johann Sebastian Bach il Chorale “Befiehl du deine Wege” tratto dalla “Matthäus-Passion” e l’“Agnus Dei” dalla Messa in si minore ed infine lo “Stabat Mater” di Massimo Anglana.

Protagonisti saranno l’Orchestra “I virtuosi del Barocco” diretta da Rocco Melileo, il soprano Alessia Terragno Vantaggiato e il contralto Maria Scogna. L’appuntamento, che sarà introdotto dal critico musicale Eraldo Martucci, fa parte del ciclo “I concerti di Sant’Anna”, promosso dalle associazioni “Pignatelli” e “Festinamente” in collaborazione con l’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote e I virtuosi del Barocco.

Tra i grandi lavori di musica sacra legati al periodo quaresimale il più celebre è lo “Stabat Mater”, il cui testo è tratto da una sequenza di Jacopone da Todi del XIII secolo, accolta dalla Chiesa come canto conforme alla liturgia. La popolarità dello “Stabat” va attribuita a una sintesi di immagini, dove si configura il cristiano dolore di Maria, inteso come interiore patire, che, però, si umanizza in un contemplare velato di lagrime il Figlio sulla Croce.

La grande potenza evocativa del testo ha indotto una grandissima schiera di musicisti a cimentarsi nella composizione, a partire dal Rinascimento per arrivare ai giorni nostri. Il più famoso ed intenso rimane quello di Giovanni Battista Pergolesi per soprano, contralto, archi e basso continuo, risalente agli ultimi anni della sua breve vita (muore nel 1736).

Commissionata probabilmente nel 1734 dalla laica confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo per officiare alla liturgia della Settimana Santa, la commovente pagina di Pergolesi presenta una concezione armonica del tutto innovativa, seguendo le nuove tendenze della scuola napoletana.

 

 

 

 

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