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Sono stati momenti di grande commozione quelli vissuti domenica scorsa dalla comunità leccese di San Matteo che ha salutato il suo parroco storico, mons. Giancarlo Polito.

 

 

 

Al mattino l’ultima solenne messa domenicale presieduta da don Giancarlo da parroco e in serata il concerto in suo onore con la partecipazione del Coro liturgico-polifonico della cattedrale di Lecce che si è alternato con la voce del soprano Francesca Mazzeo, accompagnati dai maestri Gianluca Milanese al flauto, Domenico Gigante al violino, Tiberio Pati alle percussioni e Tonio Calabrese nelle vesti di direttore e organista.

Una chiesa gremita oltremodo e alcuni rappresentanti della comunità che a nome di tutti hanno rivolto a lui parole di saluto e di gratitudine. Al termine del concerto anche don Giancarlo ha rivolto un suo messaggio a tutta la comunità.

“Di strada ne abbiamo fatta tanta insieme - ha detto -. Ma non ho tanta voglia di fare bilanci, il conto finale ce lo darà il Signore quando chiuderemo gli occhi e saremo un giorno faccia a faccia con Lui. Oggi voglio solo ringraziare”. Ha ringraziato il Signore per il dono della vita e della vocazione. E poi i vescovi che si sono succeduti sulla cattedra di Sant’Oronzo durante il suo lungo ministero di prete e di parroco: da Minerva a Mincuzzi, da Ruppi a D’Ambrosio fino a Seccia “che per me è un padre, modello di vangelo vivente e di profonda spiritualità”.

“Ringrazio il Signore - ha proseguito don Giancarlo - per avermi affidato questa bella comunità parrocchiale di Santa Maria della Luce in San Matteo. Un dono grande per il mio sacerdozio. Un cammino lungo e meraviglioso nel quale mi avete fatto sperimentare la bellezza dell’amore di Dio e mi avete fatto sentire padre. Se è vero com’è vero che i sacerdoti non possono avere figli naturali posso garantirvi con sincerità che la paternità sperimentata accanto a ciascuno di voi va oltre la natura perché bagnata nell’acqua del fonte battesimale nel quale centinaia e forse migliaia di bambini sono diventati figli di Dio grazie anche alla mia povera mediazione sacramentale”.

“Se penso a quante famiglie - ha aggiunto - sono nate in questa chiesa, molto spesso con la mia benedizione nel sacramento del matrimonio, e da esse quanti bambini sono venuti alla luce… non posso che sentirmi padre e, vista anche la mia età, anche nonno”.

“In tutti questi anni - ha continuato il parroco di San Matteo -, insieme e con l’aiuto di Dio abbiamo costruito tanto in fede e bellezza. In fede: con la Parola annunciata nella liturgia e nella catechesi grazie a preziose collaboratrici che porterò per sempre nel cuore; grazie ai sacramenti celebrati; grazie alla vita di comunità sempre intensa, sempre arricchente e a volte, faticosa specie con l’avanzare dell’età. Con la carità per i poveri che sono stati sempre tra noi come ci ha promesso Gesù”.

E in bellezza: “Ora ve lo posso dire, senza timore di essere smentito: San Matteo è la più bella chiesa di Lecce. Me l’hanno detto in tanti in questi 31 anni: turisti, visitatori di passaggio, cittadini leccesi… ‘don Giancarlo, sei il parroco della più bella chiesa di Lecce’. Non a caso in tantissimi, anche da fuori ancora oggi la scelgono per unirsi in matrimonio. E poi, i restauri e l’illuminazione di recente inaugurazione l’hanno resa ancor più bella andando a scovare con la luce angoli sconosciuti”.

“Vi porto nel cuore - ha concluso - e ogni giorno pregherò per voi. Continuerò il mio ministero sacerdotale nella basilica del Rosario, mi troverete lì, sotto lo sguardo materno di Maria che qui ho imparato a invocare come Vergine della Luce e all’ombra di quel santo sacerdote che è il Venerabile don Ugo De Blasi che è lì sepolto e che ho avuto l’onore di conoscere da giovane e di avere come esempio luminoso nella mia vita di prete”.

Infine, le raccomandazioni per l’arrivo del nuovo parroco (LEGGI): “Domenica prossima accoglierete il nuovo parroco. Don Vincenzo è un bravissimo sacerdote, squinzanese come me. Non fate l’errore di fare i paragoni ma piuttosto accoglietelo a braccia aperte: è il Signore che lo manda in mezzo a voi. Seguitelo e affiancatelo nelle attività che vi proporrà ma, soprattutto, amatelo come avete amato me”.

“Il Signore vi benedica. Pregate per me. Vi voglio bene”, è stato il saluto finale.

 

Photogallery di Gianfranco Caligiuri (Foto Diaframma – Lecce)

 

 

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