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Quando nel primo ‘900 le felpate carrozze della nobiltà leccese venivano all’Idria per condurre qualcuno dal Padre Micalizzi, Padre Vincenzo Tirabovi ancora non c’era. Perché nato a Pesaro d’Abruzzo il 5 novembre del ’19.

La casa dell’Idria era ancora una residenza campestre. Lo si evince anche dalle “bolle” di sacre ordinazioni tuttora custodite nell’archivio della Curia diocesana; assieme a quelle dei frati minori francescani all’epoca coinquilini della stessa dimora. Infatti, negli attestati citati si legge: a Santa Maria dell’Idria “apud civitatem licyensem” che è quanto dire: “nei pressi della città di Lecce”. Oggi si direbbe “fuoriporta”, rispetto alle cinquecentesche mura asburghesi.

Solo nel ‘931 Padre Vincenzo Tirabovi lo troviamo a Lecce e per soli cinque anni. Tanti quanti ne occorrevano per il diploma di scuole elementari. Ma ciò riguarda soltanto la sua prima dimora: la prima delle tre che si verificarono dopo.

Infatti, vi ritornò per la seconda volta assieme ai suoi confratelli vincenziani, tutti costretti a lasciare Napoli per l’ultimo conflitto mondiale, a causa dei tanti bombardamenti dell’aviazione alleata. Lecce, invece, era una dimora sicura essendo priva di qualsiasi interesse belligerante.

Vi rimane fino al ‘951 in coincidenza con l’ingresso del nuovo vescovo Francesco Minerva canonicamente avvenuto sul cancello dell’attuale parrocchia periferica vincenziana.

Ma il 24 febbraio del ‘45 era stato il più bel giorno della sua vita: quello dell’ordinazione sacerdotale che lo trattenne a Lecce fino all’inizio del citato anno pastorale.

Poi per ben 43 anni, l’obbedienza religiosa lo porta in sette residenze piccole e grandi della Provincia religiosa napoletana: Napoli, Salerno, Benevento, Catania; e poi ancora Penne, Oria e Nicastro.

Finalmente, con altra felice coincidenza, la venuta a Lecce di Papa Giovanni Paolo II, il 17 settembre del ’94, ritorna l’ultima volta nel Salento rimanendovi fino ad oggi.

Cosa dire del suo apostolato vincenziano e del suo cursus honorum in seno alla comunità?

Lo troviamo con funzioni direttive in varie case della Congregazione, in primis nella Casa provincializia dei Vergini a Napoli. Poi, responsabile della Scuola apostolica e del noviziato teologico: sempre operoso e fecondo nelle direzioni spirituali secondo lo spirito del fondatore.

Confessore illuminato in varie chiese cittadine e campestri. Ma, soprattutto, nelle comunità di suore. Oltre che nelle case delle Figlie della carità (diremmo, in casa propria), svolge il suo ministero in molti altri istituti religiosi di Lecce e in diverse località del mezzogiorno.

Ancor oggi si suole augurare a molti e da molti cento anni di vita. Stavolta, però, trattasi di felice traguardo.

Nei giorni scorsi è arrivato a Lecce anche il Superiore generale dei Vincenziani, Padre Tomaz Mavric per festeggiare Padre Vincenzo insieme con la comunità vincenziana leccese. A quella celebrazione e alla cerimonia successiva cui è intervenuto anche il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, si riferiscono le foto di Gianfranco Caligiuri (Diaframma - Lecce) che sono nella gallery.

Infine, anche 'La vita in diretta' (Raiuno) oggi tra le 16:45 e le 18:10 ha previsto un collegamento dalla casa vincenziana leccese.

 

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