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Domani, 2 agosto tutta la Chiesa universale ed in particolare tutta la famiglia francescana celebrerà la Festa del Perdono di Assisi, la Solennità della Dedicazione della Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola.

Anche la comunità diocesana leccese la celebrerà in comunione con tutta la Chiesa ed il mondo. Per riflettere riguardo alla storia e al significato di tale festa liturgica ed ecclesiale, il senso che ancora essa possiede, Portalecce ha incontrato Fra Paolo Quaranta, da maggio scorso nuovo ministro provinciale della Provincia religiosa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria dei Frati minori del Salento e a lui ha rivolto alcune domande.

 2 Agosto 1216. Una data che è il compimento della richiesta di San Francesco al Papa Onorio III di concedere l'indulgenza della Porziuncola. Qual è la storia di questa indulgenza?

Come Nicodemo, anche Francesco d’Assisi spesso andava a dialogare con Gesù… di notte! Non per timore di essere visto, però! Francesco lo faceva per una maggiore intimità e per impiegare ogni ora possibile per la comunione con l’Amato. Ebbene, proprio dopo aver pregato di notte, nella piccola chiesetta della Porziuncola, riparata dalle sue mani, ecco che una grande luce riempie quello scrigno ed in quella luce si staglia la figura della Vergine Madre Regina degli Angeli che le fanno corona. Un po’ come sul Tabor, Francesco mette la sua faccia a terra ed adora il Suo Signore. La preghiera serve per la maggior gloria di Dio ed il bene dei fratelli ed è questo a cui il Signore chiede a Francesco di dare un nome. Come realizzarlo? E Francesco chiede che tutti gli uomini che avessero varcato quella soglia, debitamente predisposti, da quel giorno in poi, ottenessero dal Padre l’abbraccio del perdono come quello che un giorno, pur non meritandolo, avvolse quel figlio degenere e sperperone che si era allontanato da casa, secondo la nota parabola evangelica. E non con una scadenza a tempo … per sempre, per il tempo dell’umanità, quella stessa per cui Dio ha deciso di incarnarsi.

L'Assisiate esclamò quello stesso giorno: "Voglio mandarvi tutti in Paradiso!". Perché questo suo desiderio? Cosa accadde nel cuore di Francesco? Fu un evento improvviso?

No no, che improvviso?!? Francesco ormai da anni andava sperimentando la misericordia del Signore. “Perché tutti dietro te Francesco? Non sei bello, non sai cantare…” gli chiese un giorno Masseo, un frate sicuramente più belloccio di lui. E la genialata nella risposta del Santo di Assisi fu: “Perché affacciandosi dal cielo, la misericordia di Dio non ha trovato nessun peccatore più grande di me e con me ha fatto la grande opera che ha ritenuto!”. Per paradosso, dove abbonda il peccato, sovrabbonda la Grazia! Ecco: Francesco ha scoperto la bellezza del poter mettere un piede in paradiso; con San Filippo Neri afferma: “Preferisco il paradiso”; lo preferì a tutto ciò che di bello poteva avere, perché il ritorno nel giardino di casa, da cui dovemmo uscire perché volevamo essere come Dio, è più lucente di qualsiasi perla preziosa che il santo poteva commerciare, più solenne di qualsiasi seta della Provenza - probabile luogo d’origine della madre e terra d’affari del padre Pietro di Bernardone - più attraente di qualsiasi posizione sociale. Ed in quel paradiso ci vuole andare in fraternità, Francesco. Non ce la fa proprio a viversela da solo questa fortuna. Che ci dobbiamo fare?!? È stata sempre la sua fissa… se ci piace, andiamo con lui!

1216-2019. La Porziuncola é una porta sempre aperta che tutti possono attraversare ogni giorno per tutto l'anno. Nel mondo contemporaneo però sono molti coloro che vogliono alzare muri. In che modo e quanto oggi il paradosso della porta sempre aperta della Porziuncola può scalfire chiusure a livello sociale economico, politico, culturale? É allora ancora oggi necessario o anacronistico porre al centro del nostro vivere quotidiano il tema del Paradiso?

Domanda bella. Per rispondere però parto dalla mia esperienza! Ciò che mi ha fatto innamorare di Francesco d’Assisi non è stata la poesia che sembra avvolgerlo, nemmeno il Francesco del Maestro Zeffirelli che corre nei campi dietro la formicuzza, né il Francesco strumentalizzato da pacifisti ed ecologisti. Mi è piaciuto e mi piace il Francesco vero, reale, terribilmente con i piedi per terra e proprio per questo orientato al paradiso. Con ciò intendo dire che oggi San Francesco non farebbe dell’apertura o chiusura di porte, porti, confini e centri di accoglienza uno slogan sociale od una crociata per guadagnare approvazione dalla gente. Francesco avrebbe aperto la porta di sua sponte, senza brandire anatemi contro chi non lo fa. Francesco non ha servito alla mensa dei poveri: si è chinato e ha lavato le loro ferite, si è seduto ed ha mangiato dalla stessa ciotola del lebbroso. È la porta del cuore che va tenuta sempre aperta! È una predisposizione dell’anima prima che un’opera di assistenzialismo. Sicuro che è anacronistico oggi parlare di Paradiso, vivendo l’era dell’edonismo e della marcata sottolineatura della strenua difesa della corporeità; ma la sfida sta proprio in questo! L’andare controcorrente è del cristiano, altrimenti perché Cristo è venuto sulla terra? Per assecondare ciò che già viaggiava nel solco del sistema? Parlando di paradiso sarai impopolare, questo sì, ma sono passati più di 800 anni e di Francesco se ne parla ancora; di tanti uomini illustri, grandi pensatori e scienziati invece si è perso anche il ricordo!

Nella sua 'Lettera a un ministro provinciale' San Francesco scrive: “Che non ci sia alcun frate al mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attrarlo al Signore; ed abbi sempre misericordia per tali fratelli". Lei, che dal mese di maggio porta, per volontà di Dio e dei suoi confratelli, il 'dolce giogo' del servizio della comunione per la fraternità provinciale del Salento, quanto sente importante e come vive questa Festa del Perdono 2019?

È difficile! Il perdono - quello vero- è difficile. È un allenamento continuo, una conversione continua, perché la goccia scavi la roccia. Da una parte la goccia dell’acqua viva e dall’altra la roccia del nostro cuore troppo impermeabile alla grazia. Alla base delle buone relazioni, però, c’è proprio questa dinamica. Nel servizio alla Provincia, all’Ordine ed alla Chiesa, che oggi mi è richiesto, penso che io debba imparare proprio questo mettermi a disposizione per una conversione più... accelerata! Ho bisogno di un corso intensivo! Anche quest’anno, tra qualche giorno, avrò la possibilità di entrare in Porziuncola con tanti giovani fratelli che stanno già marciando per le diverse strade d’Italia (e non solo) nella ricerca del “posto tuo” (questo il tema della XXXIX Marcia francescana). Tra lacrime di gioia mischiate a trepidazione e sudore della fatica, chiederò, in quel luogo santo, proprio l’attitudine e la predisposizione al perdono per essere porta aperta!


Alla vigilia della Festa del Perdono di Assisi, vuole rivolgere un invito e appello che lei porta nel cuore e che intende rivolgere ai nostri lettori, alla Chiesa che è in Lecce e alle comunità che voi servite come frati minori?

Noi frati nasciamo per aiuto alla Chiesa ed alla sua gerarchia; non siamo immediatamente chiamati ad assumere responsabilità di guida in seno ad essa. Ma può capitare che, per motivi diversi, un frate venga nominato vescovo. Un mio confratello, al quale è stata chiesta questa responsabilità, ha scelto come motto episcopale: “Lasciatevi riconciliare con Dio!”. Che bello! Ecco il mio augurio alla nostra amata Chiesa che è in Lecce, ai miei confratelli, a voi lettori, a me! Non perdiamo tempo per tornare al Signore. Non sprechiamo nessun attimo per profumare la terra di paradiso! Con il Profeta Isaia diciamo: “Cercate il Signore, mentre si fa trovare!” (Is 55,6). E per questo rivolgo un invito a tutti: Venite alla Marcia il prossimo anno! Entriamoci insieme in Porziuncola! Intanto ad Assisi quest’anno, il 2 agosto, vi porto con me! Buon perdono!

 

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