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Quella della è la testimonianza di un anima dal Signore; è l'umilissima dimostrazione di un cuore che pian piano è stato trasformato.

Nacque ad Acquarica di Lecce, giovedì 10 giugno 1897, nella calda giornata di sole di una Puglia arretrata, povera ed analfabeta. Il padre Vito Oronzo, era, infatti, un contadino abbastanza possidente, essendo proprietario di diversi terreni. La madre Pantalea Rosaria De Masi, grande educatrice, era una donna di profonda fede, è da lei che la figlia acquisisce, infatti, quel senso religioso e di timore di Dio. La coppia avrà in totale sette figli.

La perdita prematura del padre, avvenuta nel novembre 1903, ebbe un particolare influsso sulla sua vita spirituale e sulla sua vocazione: crescendo, infatti, maturò l’idea di mettere la propria esistenza al servizio di coloro che erano nel bisogno e nell’indigenza.

Nel febbraio 1920, dopo l’incontro con la Beata Maddalena Starace (1845-1921), Madre Santina venne ammessa tra le Compassioniste Serve di Maria. Così l’anno seguente, anno della morte della beata fondatrice, emise i voti temporanei e nel luglio 1927 emise quelli perpetui assumendo il nome di Santina.

L’esperienza tra le Compassioniste fu di breve durata. Nell’aprile 1929, diede inizio, a Soleto, insieme a tre giovani, Teresa Rizzo, Idrusa Corchia, Annunziata Petranca, al primo nucleo delle Suore Discepole del Sacro Cuore.

«Amare, patire e operare» è la sintesi della sua vita, e della sua opera, spesa nell’unione intima con Dio e nell’esercizio intenso dell’amore operativo.

Il 7 settembre del 1942 il vescovo di Lecce, Alberto Costa accolse i primi voti semplici delle suore, concedendo, poi, nel 1948, un primo riconoscimento come Istituto di diritto diocesano. Sarà mons. Francesco Minerva, in seguito, nel 1967 ad erigere la Congregazione a Diritto diocesano. Nella semplicità del suo essere possiamo cogliere la sua grandezza d’animo, la sua straordinaria attualità, il suo disarmante coraggio e la sua grande umanità.

Il 19 maggio 1981, alle ore 20.30, suor Santina si spense serenamente ad 84 anni d’età. Vittima di espiazione, consumata sull’altare del quotidiano offrendo la sua vita per la salute del Papa San Giovanni Paolo II, colpito per mano di Mehmet Ali Aǧca.

Alla sua tomba, ancora oggi, si inginocchiano con venerazione le sue figlie stabili in Casa Madre e quelle che vi giungono di passaggio. Quel freddo marmo invita alla speranza della Casa Celeste, dove essa ci aspetta col suo sorriso buono, lo sguardo amabile, la parola affettuosa, semplice e penetrante.

Il decreto del 20 gennaio 2017, mediante cui il Papa Francesco ne ha riconosciuto l’esercizio eroico delle virtù, cioè la fedeltà totale e indiscussa a Dio, alla sua provvidente Volontà, sostenuta, poi, da una intensa vita di vede, di speranza ed amore, conferma quella fama di santità che ha sempre circondato Madre Santina.

L'11 aprile 1929 è considerata la data di nascita della Congregazione. Per ricordare il “compleanno religioso” giovedì pomeriggio alle 16,30, a novant'anni di distanza, l'arcivescovo Michele Seccia presiederà una solenne liturgia eucaristica nella cappella della Casa generalizia.

 

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