0
0
0
s2sdefault

Su queste pagine abbiamo spesso definito Arnesano come la piccola terra santa dell’arcidiocesi leccese a motivo del celebre crocifisso miracoloso lì venerato.

 

 

 

Almeno in un’altra occasione abbiamo però anche parlato di quello che, a buon diritto, è da considerare il più illustre arnesanese di sempre (LEGGI QUI ), il venerabile Raffaele Manca (1693-1741). La splendida figura di questo gesuita del ʼ700 rimane ancora oggi pressoché sconosciuta ai più. I suoi sacri resti riposano nel piccolo comune di Torricella, in provincia di Taranto. La causa di canonizzazione è ferma ormai da tempo e risulta piuttosto difficile una sua ripresa. Il padre Manca infatti morì appena qualche decennio prima della soppressione della Compagnia di Gesù decretata da Clemente XIV (1705-1774). Un provvedimento che comportò tra l’altro la dispersione degli archivi dell’ordine, con la conseguente perdita di numerosi documenti, tra cui anche quelli riguardanti il nostro conterraneo. In un tale scenario appare allora davvero preziosa la pubblicazione nel 2018 dell’opera L’alba di un giorno, autentico capolavoro dell’indimenticabile sindaco arnesanese Giuseppe Caione (1910-1969).

Il testo, corredato da un’intensa prefazione di mons. Marcello Semeraro, non è una semplice agiografia ma una vera pietra miliare nell’ambito del culto del grande apostolo del tarantino. Del resto, ripercorrendo le vicende del venerabile Raffaele, l’autore affresca in maniera mirabile la santità del personaggio. Una santità assolutamente degna di risplendere accanto a quella di altri eroici gesuiti protagonisti della storia pugliese, come il compatrono di Lecce, Bernardino Realino da Carpi (1530-1616), o Francesco de’Geronimo (1642-1716), l’angelo di Grottaglie. Le pagine del libro poi, a tratti entusiasmanti, altre volte struggenti, in alcuni passi addirittura liriche, trasudano arnesanesità da ogni riga. In questo modo viene consegnato al lettore non un freddo studio di taglio accademico ma l’immagine di un Padre Raffaele presente e vivo, incarnato nelle complesse peripezie della sua esistenza, finanche tangibile nella propria interiorità.

Data la bellezza della lettura e conoscendo la profonda fede dell’autore, nulla ci vieta di pensare con un sorriso al fatto che il venerabile abbia, in un certo qual modo, ispirato il prof. Caione a scrivere questi capitoli perché la sua memoria, sottratta all’oblio, fosse conosciuta da tutti gli arnesanesi del presente e da quelli del futuro.              

 

Forum Famiglie Puglia