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Cos’è la speranza? Qual è il suo significato? Se si fa una ricerca sui sinonimi della parola “speranza”, compaiono vocaboli quali “aspettativa”, “fiducia”, “attesa”, “desiderio”, “ottimismo”, ma anche “chimera”, “utopia”, “illusione”…

 

 

Sì, perché, se alla domanda si cerca di dare una risposta con l’ottica umana, quindi associando alla speranza il desiderio che qualcosa si realizzi così come è stata pensata, in modo illusorio, spesso si corre il rischio di rimanere delusi e si può giungere alla disperazione.

Quindi cos’è la speranza? Durante i giorni del triduo in preparazione alla festa di Gesù Crocifisso, conclusosi ieri sera, i fedeli sono stati guidati nella riflessione da don Mattia Murra, arciprete di Surbo e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, il quale, per arrivare a spiegare cosa sia la speranza cristiana, è partito da cosa essa non è: non è ottimismo, non è un pensiero positivo, non è un’aspettativa, cioè nulla di quanto individua il vocabolario.

Come si fa a dire ad un malato terminale, ad una persona che sta vivendo una separazione, ad un genitore che abbia un figlio su un letto di malattia “pensa positivo”? Non è questo la speranza: non è un pensiero positivo! Allora cos’è?

Don Mattia ha sottolineato che fede, carità e speranza sono virtù teologali, cioè di Dio e, come tali, devono essere chieste a Lui, da Lui ricevute in dono e poi esercitate.

Per essere santi bisogna averle tutte e tre perché la fede ci fa credere, la carità ci fa realizzare quanto abbiamo creduto, la speranza sostiene questa realizzazione.

La speranza è la scelta di credere fermamente nella vita eterna. Alla luce di questo, si può essere uomini e donne di speranza anche in un momento di dolore o in una situazione difficile. Il cristiano non dice “tutto andrà bene”, ma “tutto andrà secondo Dio, secondo la Sua divina volontà”.

Per realizzare la speranza, c’è bisogno di un atteggiamento operoso, di mettere in atto nella quotidianità ciò che si spera: se si desidera la pace nel mondo, bisogna prima di tutto viverla con le persone vicine. La speranza si fa, non si augura, non ha a che fare con i sentimenti ma con la volontà. Per far comprendere meglio come la speranza si possa esercitare nella quotidianità, nell’arco del triduo don Mattia ha citato tre figure esemplari: San Massimiliano Maria KolbeSan Giuseppe Moscati e San Camillo De Lellis.

Il primo, sacerdote deportato in un campo di concentramento, assistendo alla scena di un padre di famiglia sul punto di essere fucilato, offre la sua vita in cambio di quella del padre di famiglia e lo fa con gioia, pieno di speranza, sapendo che la vita vera è quella eterna, muore al posto di un altro per amore di Cristo Crocifisso.

Il secondo, laico e uomo di scienza in un periodo in cui la scienza voleva diventare religione, è stato un uomo di grande speranza: aveva la speranza che il Signore guarisse tutti i malati, ma non si limitava a dire “Speriamo che il Signore li guarisca”, si metteva, li curava e li amava. Egli è stato un uomo di fede perché credeva che il Signore potesse guarire tutti i malati; è stato un uomo di carità perché quello che credeva ha cercato di viverlo; è stato un uomo di speranza perché la forza in quel modo di credere e di vivere gliel’ha data il suo credere fermamente nella vita eterna.

Il terzo, soldato spietato, è l’esempio di come la disperazione umana possa trasformarsi in speranza divina: egli, dopo aver fondato la sua vita sulla speranza della ricchezza e del potere, ad un certo punto si trova su un letto di malattia e dolore e prende consapevolezza che tutto ciò per cui aveva vissuto e che aveva accumulato non aveva alcun senso; lo facilitava, ma non lo rendeva felice. Nella disperazione arriva a gridare “Signore, salvami, sei Tu la mia speranza!”.

E qui il cuore di tutti gli Arnesanesi va alle parole di don Luigi Briganti che, preso da sconforto, la mattina dell’8 maggio 1848, invoca “Oh Gesù, in Te solo è la salute, la vita! Oh Gesù, salva il paese!”. Al termine di questi giorni di riflessione a ciascuno il compito di interrogarsi su quali siano le proprie speranze e l’impegno, con l’aiuto di Gesù Crocifisso, di convertire le fragili e piccole speranze umane nella grande vera speranza, la vita eterna.

 

LA DISCESA DELLA CROCE IN TV

Stasera con inizio alle 21 la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta preceduta dalla Preghiera delle cinque piaghe e seguita dalla tradizionale Discesa della croce (LEGGI).

 

 

 

 

Forum Famiglie Puglia

 

Mi curo di te, la sanità nel Salento. Radio Portalecce