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Bentornati nel fortino giallorosso e benvenuti alla giostra del gol. Il Via del Mare impone la sua legge del 3-0 e la casa del Lecce diviene un catino di felicità.

 

 

 

Idee, gioco, qualità, occupazione degli spazi, fase difensiva perfetta. Contro il Monza di Galliani e dei milioni, il Lecce dimostra che una squadra giovane e di qualità si può costruire senza strafare, ma con intelligenza e sagacia. Questa è la vittoria di Corvino su Galliani in uno scontro di alta classifica, dove l'unica squadra in campo è stata il Lecce. Dominio assoluto e partita senza storia. È stato anche il trionfo di Baroni su Stroppa, il cui progetto di gioco si è sciolto come neve al sole. Dall'altro lato il piano tattico del Lecce era chiaro.

I salentini si presentavano a destra con il trio Gendrey, Mayer e Strefezza, mentre a sinistra agivano Barreca, Gargiulo e Di Mariano. Hjulmand occupava la posizione di play. In difesa, la coppia di centrali era composta da Lucioni e Meccariello.

Fin dai primi minuti si vedeva un Lecce in grado di proporre interessanti sprazzi di bel gioco, soprattutto a destra, dove Mayer si alternava muovendosi in perfetta sincronia con Strefezza senza dare punti di riferimento. I due esterni offensivi cercavano di giocare più vicino a Coda per evitare di lasciarlo isolato in avanti. Dall'altro lato il Monza accettava l'uno contro uno in difesa, ma aveva superiorità a centrocampo che però non sfruttava a causa del ripiegamento di Di Mariano e Strefezza.

I salentini sfondavano anche a sinistra, grazie alle folate offensive proposte da Barreca che ben si comportava. Nonostante il forcing giallorosso, però, e i diversi cross che fioccavano in area, il Lecce raramente tirava in porta e così la superiorità territoriale e nel possesso della palla non veniva concretizzata.

In fase difensiva, Hjulmand tamponava perfettamente le avanzate per vie centrali dei lombardi, mentre Lucioni e Meccariello erano pressoché perfetti sugli avanti monzesi.

Il Lecce riusciva a inibire la costruzione del gioco dal basso dei brianzoli e oltre al tridente offensivo, anche Majer, Hjulmand e Gargiulo andavano a pressare a turno gli avversari, impedendo la fluidità di manovra.

Anche il pubblico apprezzava il primo tempo dei giallorossi i quali proprio allo scadere segnavano il meritato 1-0 con Strefezza. Proprio la posizione del brasiliano costituiva la principale novità tattica, in quanto costui si accentrava spesso e occupava anche l'area di rigore.

All'inizio della ripresa, era Di Mariano a mettere in cassaforte i tre punti. In contropiede i giallorossi andavano a nozze negli spazi larghi e meritavano di dilagare. Il Monza era alle corde e lo strapotere salentino non consentiva la minima reazione ai lombardi e l'unico cruccio sembrava quello di voler iscrivere Coda al festival del gol. La missione si compiva quando Lucioni, dalla propria area di rigore, si lanciava in avanti e superando come birilli gli avversari in un solitario contropiede, vinceva due contrasti e aveva la lucidità di servire Coda che da killer d'area non falliva.

L'entusiasmo del Via del Mare giungeva al culmine e i cambi di mister Baroni servivano a far scrosciare applausi su Majer, Barreca, Di Mariano. Cambiavano gli interpreti, ma non la musica e, come tarantolato, il Lecce costruiva ulteriore gioco negli spazi e giungeva al tiro con facilità. Mister Baroni gongolava e il Monza era annientato su tutti i fronti.

Così il Lecce va al riposo con 4 vittorie consecutive e, soprattutto, con una candidatura alla promozione forte e chiara.

 

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