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 Anche oggi, la partita di Cittadella ha ribadito quanto finora visto lungo tutto il campionato del Lecce, perché non sono una novità le fragilità difensive, così come le abilità e le giocate in fase di attacco.

 

 

Il pareggio finale è anche buono perché ottenuto su un campo difficile ma, al termine del match, è difficile vedere il bicchiere mezzo pieno e francamente non è accettabile sbagliare sempre l'approccio alla gara e subire gol a difesa schierata.

La nota positiva, su tutti, è Coda ritornato al gol, anzi alla doppietta, anche se, in verità, nel primo tempo, è stato tutto l'attacco a brillare.

Mancosu, Coda e Stepinski, supportati da Tachsidis ed Henderson, negli spazi sono parsi inarrestabili. Il trio delle meraviglie ha creato tanto e, a volte, ha anche sprecato. Detto questo, va ribadito anche che, in difesa, i salentini non sono per nulla guariti. Al Cittadella è bastato un affondo, una superiorità sulla fascia destra, con Adjapong in difficoltà, un semplice cross, per farsi segnare un gol evitabilissimo. Proprio sulle fasce, il Lecce dovrà ancora lavorare tanto, visto che anche Zuta è andato in difficoltà. Il secondo gol del Cittadella ha poi del clamoroso visto che è semplicemente assurdo vedere il brevilineo Tavernelli saltare e segnare di testa tra Lucioni e Meccariello. Eppure, tatticamente, nel tentativo di dare maggiore equilibrio e copertura, Corini (Lanna in panchina) aveva schierato una formazione più bilanciata rispetto all'ultima uscita, mettendo a centrocampo Biorkengren ed Henderson. 

Un altro accorgimento era stato quello di abbassare di più il baricentro della squadra evitando di dare profondità agli avversari e, nello stesso tempo, cercando di sfruttare gli spazi, a campo aperto, nelle ripartenze. I giallorossi hanno provato anche a rinunciare a pressare sempre alto, proprio per impedire le uscite del Cittadella in caso di superamento della prima pressione.

Certamente, Henderson ha garantito maggiore copertura e tanta corsa a centrocampo e ne ha molto beneficiato Tachsidis. Dall'altro lato, Bjorkengren non ha fatto grandi cose, ma ha giocato in modo semplice e ordinato. D'altro canto, con quei tre davanti, dovrebbe essere proprio l'equilibrio l'arma vincente dei salentini, ma dispiace vedere come tutto questo sia sempre vanificato dalle amnesie difensive. Solo il mercato di gennaio potrà porre rimedio a questa grave lacuna.

Per il resto, anche un pizzico di fortuna ha dato una mano al Lecce. Nel primo tempo è infatti uscito per infortunio l'attaccante Tsadjout, che aveva fatto ammattire i centrali difensivi con la sua forza fisica. Nella ripresa, sia Gabriel, sia il palo hanno evitato la marcatura dei veneti, oltre all'errore di Rosafio solo davanti al portiere. È vero che, alla fine, anche il Lecce è andato vicino alla terza marcatura, ma francamente una vittoria sarebbe stata un premio oltremodo esagerato per una squadra incapace di difendere il vantaggio.

Se non bastano gli accorgimenti tattici, sarà forse il caso di cambiare gli uomini in difesa e ciò sarà necessario fin dal prossimo match con il Monza, laddove mancherà per squalifica Lucioni, che, insieme a Meccariello, soffre sempre maledettamente la velocità avversaria.

Intanto preoccupa la classifica perché la vetta si fa sempre più lontana e non si vede ancora quella compattezza di squadra tanto predicata dallo staff tecnico.

 

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