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Mancano le partite e allora l’interesse della stampa s’incentra sui protagonisti del calcio.

 

 

Chiaramente, per i tifosi salentini si registra viva partecipazione alla festa per il compleanno del presidente leccese: “Sticchi Damiani, candeline e speranze… ha festeggiato il compleanno al Via del Mare: «Lecce, viaggio stupendo…Ho amato Mazzone e anche Barbas… Dalla C alla B, la vera svolta», annota Antonio Calò su La Gazzetta del Mezzogiorno.

Dopo il titolo lanciato con evidenza: “Juve, Rabiot punta i piedi e non rientra”, Il Messaggero spiega il retroscena, molto più concreto: “Il francese vuole certezze sulla ripresa, ma in realtà non ha mai gradito il taglio sullo stipendio”

Bello il contesto descritto da Antonio Imperiale su Quotidiano di Puglia per presentare la proposta di De Canio: “Il fascino del mare che si allunga nel Golfo di Napoli, le suggestioni di Vico Equense, dove trascorre il tempo sospeso del presente, un intrigo della magia dei sassi della sua Matera, una sorta d’intreccio poetico lucano-campano nell’animo, per stemperare il grigiore dei giorni del coronavirus. Ti apre il cuore, Gigi de Canio: Niente fretta. Si può programmare la ripresa a settembre”, data “la situazione difficilissima”.

La Repubblica incentra l’attenzione su tre personaggi. Innanzi tutto su Roberto Donadoni, “La Cina ci insegna come venirne fuori… La priorità è la salute… Ho mandato a Baresi un videomessaggio per i suoi sessanta anni: il suo insegnamento è privilegiare i fatti alle parole”. Poi il giornale presenta Dybala, dopo la guarigione: “L‘ottimismo contro la paura che divide i giocatori”. E infine focalizza l’attenzione su Andrea Rinaldi, il calciatore diciannovenne dato in prestito dall’Atalanta al Legnano, colpito da aneurisma cerebrale e poi morto.

Il Corriere della sera da ampio risalto all’arbitro Casarin: “Severo con se stesso, Paolo Casarin lo è anche con gli altri. Sostenuto dalla forza delle sue idee, le sue, mai banali, una vita, ottanta anni, illuminata dal lavoro. Resa popolare dall’essere un’eccellenza nel mondo del calcio, prima come grande arbitro poi come dirigente e designatore nazionale e internazionale: «L’arbitro vuole essere solo. Accetti l’aiuto della Var… La tecnologia va migliorata, però o robot lasciamoli ad altri campi», sostiene. 

Sul Corriere dello sport un altro personaggio, Conte rivela di “non riuscire a resistere” e spiega: "Ecco perché esulto così".

C’è poi forte polemica, secondo Avvenire, da parte di Maldini: “Nonostante la pandemia, situazione sempre incandescente al Milan: Il direttore tecnico Maldini (ormai ad un passo dal divorzio) considera «un’invasione di campo» le richieste di pieni poteri gestionali di Ralf Rangnick per accettare un ruolo nel Milan e lo invita a ripassare «il concetto di rispetto» per chi sta cercando di ultimare la stagione”.

… Insomma, nel calcio non ci sia annoia mai. Anche in tempo di pandemia.

 

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