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“Toro falli sognare” titolava un quotidiano sportivo di Torino riferendosi ai tifosi granata e per spingere gli uomini di Mazzarri alla vittoria, alla conquista della vetta della classifica assieme all’Inter.

Una vigilia difficile, complicata per via delle due battute di arresto. Era necessario cancellare quello zero in classifica, pesante come un macigno, complicato da gestire soprattutto con un calendario incalzante e contro avversari di prestigio. Il Lecce vola a Torino, contro un avversario a punteggio pieno che l’Italia intera sta spingendo alla vittoria, speranzoso di indirizzare un campionato su un binario diverso rispetto al solito bianconero di questi ultimi otto anni.

Ed allora torna alla mente il giugno 1989 e la vittoria per 3-1 al Via del Mare, che per i granata significò serie B.

Ebbene mai dare nulla per scontato in questo sport: la sfida tra il Davide giallorosso ed il Golia granata si trasforma in una passerella trionfale per il Lecce ed in un clamoroso flop per Mazzarri e i suoi uomini. Come nelle migliori favole è il capitano a prendere per mano i suoi e condurli alla vittoria. Proprio come capitan Mancosu, entrato a metà della ripresa assieme a Babacar, che con un colpo acrobatico regala al Lecce la prima vittoria in A, suggello di una prestazione maiuscola dell’undici di Fabio Liverani.

Ed il tecnico romano, che aveva fatto storcere il naso a qualcuno dopo le prime due gare (ma sappiamo che il tifoso giallorosso è di palato fine), forse abituatosi troppo bene in queste due ultime stagioni, confeziona un piccolo capolavoro tattico. Ridisegna la squadra, cambia alcuni elementi, riesce a trovare la quadra giusta ed imbriglia alla grande il Torino che, nell’arco dei 90 minuti, non riesce ad impensierire più di tanto Gabriel.

Le bocche di fuoco granata restano a secco, magistralmente controllate dalla retroguardia salentina che, anche a costo di qualche durezza di troppo, erge una vera e propria linea Maginot davanti al numero uno giallorosso. Davvero tanta la personalità dimostrata dagli uomini di Liverani con un Tabanelli in mezzo al campo a dettare i ritmi, Majer uomo ovunque e il furetto Falco, ormai una realtà per la serie A. La zampata di Farias, il benevolo rigor concesso a Belotti, l’acrobazia vincente di Mancosu, il brivido in pieno recupero del Var, rigore non rigore, e alla fine il sospiro di sollievo. Il Lecce sbanca l’Olimpico di Torino ed in un sol colpo segna i primi gol della stagione, ottiene la prima vittoria, cancella lo zero in classifica e si rilancia nel campionato. Ed in una sola nottata spazza via il clima funereo che già cominciava a respirarsi nel Salento.

E Fabio Liverani, che continua a credere nei suoi uomini, che continua a professare il suo credo calcistico, gongola: “Siamo stati bravi, stiamo crescendo, e lo abbiamo fatto contro una squadra che ha già tante gare sulle gambe. Sono tanti i nostri meriti in questa vittoria più che i demeriti loro, che restano comunque una squadra forte”.

Tre punti che fanno morale, tre punti che rilanciano le ambizioni di una formazione che ha pagato a caro prezzo l’impatto nel massimo campionato. Ora testa al prossimo impegno di campionato. Al Via del Mare arriva il Napoli di Carlo Ancelotti, va in scena il derby del Sud. Il Lecce proverà a giocarsela come ha fatto in queste prime tre giornate di campionato, seppur con fortune alterne. Ma le sensazioni emerse dalla vittoriosa trasferta di Torino, sembrano aprire altri scenari: il Napoli è avvisato. 

 

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