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Il calcio della post-modernità, di “decine di migliaia di appassionati che lo giocano alla fine dell’orario d’ufficio, ragazzini di belle speranze svezzati negli oratori, padri manager troppo apprensivi”.

È l’argomento della puntata di “A Sua immagne” in onda su Raiuno oggi, domenica 9 settembre. Eleonora Bianchetti guiderà il dibattito sul “gioco più bello del mondo”, con la presenza di Massimiliano Gabbricci, ‘padre spirituale’ della nostra Nazionale di calcio, della giornalista Simona Rolandi, volto di Raisport e di Marco Calogiuri vice presidente nazionale del Csi (Centro sportivo italiano) e presidente provinciale di Lecce, da sempre impegnato in ambito sportivo nella promozione di uno sport sano che punti ad una equilibrata formazione e ad una crescita globale dell’individuo, promuovendo, tra i giovani, valori significativi quali il rispetto dell’avversario, della solidarietà, della lealtà in ogni relazione sociale.

Educare i giovani attraverso lo sport è l’impegno di Marco Calogiuri e di tutto il Csi. Il calcio è parte integrante del panorama socio-culturale italiano: “il calcio dei campionissimi strapagati e quello dei campetti di periferia, dello strapotere dei procuratori e del tifo violento, ma anche quello di tante famiglie che ogni domenica si recano allo stadio per trascorrere delle ore spensierate insieme”.

L’anno appena concluso, in provincia di Lecce, il Csi ha toccato quota cento gruppi affiliati (record storico). Cinque le Diocesi salentine coinvolte per circa quaranta gruppi tra parrocchie e oratori. Più di seimila i tesserati. Attività sportive proposte calcio a cinque, pallavolo, pallacanestro, calcio a undici, corsa campestre, tennis tavolo, calcio balilla. Attività per bambini e ragazzi come percorsi denominati Play&go e Sport&go per under14. Nella scuola dell’infanzia la proposta del Progetto “Fiabe in movimento” rappresenta l’unione tra percorso motorio e promozione della cultura della lettura.

La puntata odierna proporrà anche il rilancio di una vecchia idea, quella di aggiungere ai cartellini rossi e gialli anche quelli verdi, segno non di sanzione, ma di premio valoriale rivolto a quei calciatori protagonisti di atti di lealtà e di concreta solidarietà verso gli avversari, in modo che il calcio e tutte le attività sportive non siano solo luoghi di socializzazione, ma ‘agenti educanti’, impegnati nella promozione di una cultura dello sport, nozioni, pensiero e vita, fondata sul rispetto dell’altro in quanto persona.