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Non è stato il Lecce scintillante ammirato prima della pausa, ma è solido, concreto e cinico e, soprattutto, in tre giorni, raggiunge il primato in classifica e prende sei punti tra le mura amiche del Via del Mare, ritornato ad essere la tana dei lupi, il fortino inespugnabile salentino.

 

 

Questa volta Baroni cambia qualche pedina rispetto alla gara contro la Cremonese: sono nuovi gli esterni difensivi, cioè Calabresi e Barreca, e ci sono novità anche in mezzo al campo con Bjorkengren e Faragò dal primo minuto.

In avanti, invece, il cambiamento è rappresentato da Listkowski, veramente in palla. Ed è proprio il polacco a sbloccare la partita con un perfetto diagonale giunto al 27' su un assist di esterno di Coda. Qualche minuto dopo, lo stesso Listkowski offre a Coda il più facile dei gol, mettendolo davanti alla porta sguarnita, ma il bomber di Cava dei Tirreni alza incredibilmente al di sopra della traversa da pochi passi. Non passano altri 5 minuti che questa volta Coda non sbaglia e su un errore della difesa avversaria insacca da due pochi metri.

Il 2-0 taglia le gambe al pur volenteroso Vicenza, che aveva anche ben controllato la gara fino al 25', ma che poi si è sciolto dinanzi alle improvvise accelerazioni dei salentini.

La ripresa è pura accademia per i giallorossi, la cui manovra diviene leggermente più incisiva anche se manca il gol a cui vanno vicino Bjorkengren, Lucioni, Coda e lo straordinario Hjulmand, imperioso ed elegante, scoperta di Pantaleo Corvino che, dopo l'affare Vlahovic, si consacra (se ce ne fosse bisogno) come il miglior direttore sportivo salentino di tutti i tempi.

Oggi la palma del migliore in campo va al classe '98 Macin Listkowski, non solo per il gol realizzato con freddezza e precisione, ma soprattutto perché si è speso molto sulla fascia destra e ha dialogato bene con Coda creando spazio, fornendo assist e cercando anche il dribbling nell'uno contro uno.

Altro elemento positivo è costituito dalla impenetrabilità della linea difensiva, messa comunque in apprensione da Ranocchia (interessante profilo data la giovane età: è un 2001), Giacomelli e Diaw. Lucioni e Dermaku non hanno perso un contrasto e sono stati quasi sempre perfetti nelle scelte difensive. Era poi da risparmiare il brivido finale dovuto a una clamorosa disattenzione che ha portato il Vicenza con Meggiorini ad accorciare le distanze.

Se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo dobbiamo dire che la manovra non è stata sempre fluida, è mancato il ritmo e l'intensità, e, in alcuni frangenti, i salentini sono apparsi troppo prevedibili e poco precisi.

Detto ciò, però, l'importante era vincere e allora il Lecce gongola in questo freddo gennaio e prova il brivido della vetta solitaria, cercata e meritata, senza mai essere troppo sbandierata. Gode allora il popolo giallorosso che può sognare in grande e costruire, con i propri beniamini, il treno diretto per la serie A. Si va a Como, per confermarsi, dopo un'altra pausa.

 

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