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Nel segno di Gabriel Strefezza. È ancora e sempre dai suoi piedi che nascono le azioni più pericolose dei giallorossi. E così Baroni a Pordenone lascia inizialmente in panchina Coda e Di Mariano in avanti (Olivieri e Rodriguez al loro posto), non ancora al top della condizione, ma non vuole rinunciare al vero leader di questa squadra, il brasiliano dai piedi raffinati e dalla intelligenza tattica non comune.

 

 

È un piacere vederlo correre sul rettangolo verde. Il gol di Gargiulo, che realizza l'1-0 decisivo, è il frutto della genialità dell'asso brasiliano di Baroni. Il suo dribbling e il suo esterno destro sono una magia di rara bellezza. Al di là del gol, però, impressionano i suoi straripanti slalom e la lucidità con cui sa leggere le diverse situazioni di gioco: pronto ad allargarsi sulla fascia per ricevere palla così come capace a lanciarsi in area avversaria proponendosi per la conclusione. Insomma, lì davanti è incontenibile e abilissimo a far ammattire la difesa avversaria. Questo e molto altro è Gabriel Strefezza, per cui dire che quest'anno è particolarmente ispirato è dire ancora poco.

Il Lecce però non è solo Strefezza. C'è anche una solidità difensiva da fare invidia alle altre grandi della categoria. Lucioni e Dermaku sono insuperabili e, nonostante il tentativo avversario di scavalcare la linea dei centrali, mettendo tanti palloni lunghi per la corsa degli attaccanti, i due giallorossi non si sono mai lasciati sorprendere e hanno preso subito le misure a Cambiaghi e Butic.

I salentini hanno anche spinto molto sulle fasce dove le prove di Barreca e Calabresi sono state molto positive, così come le sovrapposizioni di Gargiulo (ottima la sua gara al di là del gol) a sinistra e Majer a destra.

Il Lecce, però, avrebbe dovuto chiudere subito il match e, in effetti, Olivieri, questa volta mobile, ma sfortunato nell'occasione del palo colto al 13', aveva anche realizzato il secondo gol, purtroppo annullato per fuorigioco.

Sul finire della prima frazione, è stato poi ancora Gargiulo a sfiorare il raddoppio con una splendida rovesciata su calcio d'angolo, ma la palla è finita fuori di un soffio.

Il Lecce della ripresa non ha iniziato con il giusto piglio e, anche a causa dei cambi di Tedino, ha sofferto la percussione sulle fasce dei padroni di casa. Anche in questo caso, è stato ancora Strefezza a recuperare palloni e a prendersi qualche utile punizione.

Dopo 15 minuti di relativa sofferenza, Baroni ha effettuato il triplo cambio, inserendo Coda, Di Mariano e il neo acquisto Faragò, al posto di Olivieri, Rodriguez (insufficiente la sua prova) e Majer. Gli effetti si sono visti subito, perché dopo un minuto Faragò ha sfiorato il raddoppio su una bellissima ripartenza sull'out di sinistra confezionata dal duo Di Mariano-Barreca. Qualche minuto più tardi Gargiulo ha costretto Pasa al fallo che gli costava il secondo giallo e così il Lecce diveniva ancor più padrone della gara.

Gli ultimi venti minuti servono per osservare Di Mariano (più croce che delizia a causa del gol che si mangia allo scadere), la potenza fisica di Hjulmand, e l'inserimento di Faragò, subito utile a mister Baroni.

La vittoria a Pordenone permette al Lecce di agganciare le altre big, ma contro la Cremonese ci vorrà un'altra prestazione maiuscola, data la caratura dell'avversario, e i salentini non solo avranno l'obbligo di non avere pericolose pause, ma possibilmente dovranno chiudere appena possibile le partite.

 

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