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Un grande plauso agli insegnanti di una scuola della provincia di Lecce, che hanno squarciato il velo di omertà, che nascondeva un grande disagio, in un gruppo di ragazzini.

 

 

È la storia di un vuoto colmato con maglioni troppo lunghi che coprono le mani e strani tagli sulle braccia o sulle gambe.
È partito tutto da due insegnanti e un dirigente scolastico. Hanno segnalato ciò che avevano scoperto al tribunale per i minorenni. Dieci ragazzi tra i 12 ei 13 anni facevano parte del gruppo dei cutter. Raccontano di essersi tagliati anche più volte al giorno, con temperamatite, compassi, penne stilografiche, coltelli da cucina. Per far parte del gruppo per sentirsi accettati.
Una ragazzina paurosa verrà accompagnata in bagno della compagna, che le insegnerà come tagliarsi, come provare dolore con la certezza che quel dolore diventerà sollievo, così si incoraggiano a vicenda. Poi iniziano a scattarsi le foto a condividerle su Tik tok e sul gruppo di Whatsapp, quelle ferite diventano il collante del gruppo. Un patto di sangue. C'è chi racconta che dopo il taglio ci si sente rilassati.
Il sangue, il dolore il taglio che brucia la pelle porta alla tranquillità, questo è ciò che scrivono.
C'è chi addirittura nasconde il taglierino del temperamatite nella cover del cellulare, per tenerlo sempre a disposizione.
Fanno tutti parte di una comitiva, sono ragazzini minorenni, che si fotografano con le braccia insanguinate e una lametta tra i denti. Il tribunale per i minorenni ha fatto scattare ulteriori indagini ma è chiaro che essendo minorenni si  è dichiarato il non luogo a procedere.
L'indagine è chiusa ma ora si apre un lavoro di recupero importante.
I ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati, il taglio rivela la sofferenza, quella lama che fa uscire il sangue, serve a controllare le emozioni, un vuoto di relazioni, di ideali, di affetto e di senso.
Un vuoto, che molti di loro hanno riempito volontariamente di dolore di lacrime e di sangue. Apriamo gli occhi.

 

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