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L’Incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, promosso dalla Cei nello scorso febbraio, proseguirà ogni due anni. L’iniziativa, infatti, si è rivelata importante e utile.

 

Considerando soprattutto che, come Papa Francesco ha rilevato, “Oggi l'area del Mediterraneo è insidiata da tanti focolai di instabilità e di guerra, sia nel Medio Oriente, sia in vari Stati del nord Africa, come pure tra diverse etnie o gruppi religiosi e confessionali”.

Così come già il 28 ottobre 1989 Giovanni Paolo II aveva proposto “la consegna della pace come vocazione che tutte le realtà del Golfo di Taranto hanno nei confronti del Mediterraneo e del mondo intero” e che, come esplicitamente sostenne sul Piazzale antistante l’Arsenale di Taranto, “La prospettiva della pace verso il Medio Oriente e verso l’Africa sollecita una risposta unita delle forze militari e di quelle sociali”.

In questi giorni, le vicende degli immigrati stanno rendendo fortemente attuale la Lettera dei cardinali delle Conferenze episcopali “Europa, accogli i rifugiati di Lesbo”, scritta in chiara continuità con quanto il 16 aprile 2016 Papa Bergoglio disse proprio a Lesbo: dopo aver abbracciato il patriarca ortodosso Bartolomeo I e l’arcivescovo di Atene Ieronymos, Francesco richiamò “l’attenzione su tale grave crisi umanitaria”, con “situazioni di bisogno tragico e veramente disperato”. E chiese con vigore una risposta “degna della nostra comune umanità”.

Nel capoluogo pugliese, Francesco ha riconosciuto chiaramente il pregnante impegno profuso dai vescovi: “Vi siete riuniti per riflettere sulla vocazione e le sorti del Mediterraneo, sulla trasmissione della fede e la promozione della pace”.

Ha sottolineato lo specifico ruolo del Mediterraneo per i tre continenti bagnati dalle sue acque: “Il Mare nostrum è il luogo fisico e spirituale nel quale ha preso forma la nostra civiltà, come risultato dell’incontro di popoli diversi. Proprio in virtù della sua conformazione, questo mare obbliga i popoli e le culture che vi si affacciano a una costante prossimità”.

Ed ha ulteriormente precisato il ruolo della Puglia, e di Bari in particolare, nell’accompagnare i vari popoli a “fare memoria di ciò che li accomuna ed a rammentare che solo vivendo nella concordia possono godere delle opportunità che questa regione offre dal punto di vista delle risorse, della bellezza del territorio, delle varie tradizioni umane”.

Con la chiara convinzione che la Chiesa e ogni istituzione civile devono sempre sentire come priorità la realizzazione della pace, costruita sul presupposto della giustizia.

 

Forum Famiglie Puglia