Sono questi i giorni della festa di San Gregorio Armeno, santo patrono di Nardò e di tutta la diocesi salentina di Nardò-Gallipoli.
Patrono principale insieme a Sant’Agata che è compatrona, appena festeggiata lo scorso 6 febbraio, San Gregorio Illuminatore, vescovo e apostolo degli armeni, per questo conosciuto anche come Armeno, è venerato a Nardò sin dal 1743 quando lo vide salvatore della città da un violento terremoto il 20 febbraio di quell’anno. Per questo la città neretina e tutta la diocesi, oggi retta dal vescovo Fernando Filograna, celebra il santo in questa data distaccata dal culto cattolico che lo celebra il 30 settembre e da quello armeno che lo venera il 9 giugno.
Nella cattedrale di Nardò sono custoditi un pregevole busto argenteo, di fattura napoletana, e un’importante reliquia, l’avambraccio del santo, donato dall’allora arcivescovo di Napoli, card. Corrado Ursi, che fu già vescovo di Nardò dal 1951 al 1961.
I preparativi sono già iniziati dallo scorso 13 febbraio con l’inizio del settenario di preghiera in onore del santo. Sabato scorso alle 18 dopo la santa messa sono stati presentati i lavori i lavori di restauro dal grande organo della cattedrale con il concerto dei maestri Francesco Scarcella e Stefano Mhanna.
Oggi 19 febbraio, nella vigilia della festa, alle 18 il solenne pontificale presieduto dal card. Dominique Mamberti, prefetto del Supremo tribunale della segnatura apostolica e concelebrato dal vescovo Filograna. Dopo la celebrazione, alle 19, la solenne processione con il busto del santo.
Nella solennità di San Gregorio Armeno, giovedì 20, le messe alle 7:30, 9:00, 10:30 e alle 18:30, e alle 17 la commemorazione delle vittime del terremoto con la tradizionale cerimonia dei 100 rintocchi della campana dell’orologio.