Riscoprire la speranza, motore del mondo, soprattutto tra i più giovani. Lunedì sera, nella concattedrale Gran Madre di Dio di Taranto, il card. Marcello Semeraro ha inaugurato ufficialmente l’anno accademico dell’Istituto superiore di scienze religiose “Giovanni Paolo II".
La sua prolusione ha visto al centro proprio la terza virtù teologale, nei suoi aspetti teologici e risvolti ecclesiali. “È molto importante che il Papa per questo Giubileo abbia scelto la virtù della speranza come riferimento. Certo - ha spiegato a margine Semeraro - la fede e la carità sono grandi ma la speranza fa camminare tutte le altre, dice un grande autore e per me anche mistico, Charles Peguy. Ed è quello di cui ha bisogno oggi la società. Siamo nei giorni di Sanremo, ho letto mesi fa un’intervista a un cantautore, il quale parlava del mondo giovanile come di un mondo disperato. Credo invece che abbiamo bisogno di scoprire il volto vero della speranza, non quello pagano. ‘Chi di speranza vive, disperato muore’ dice un noto proverbio ma la speranza cristiana non è questa. Non è soltanto quella dell’attendere un futuro buono, migliore ma anche la virtù che ci chiede di anticipare nell’oggi, con l’impegno cristiano, quel futuro che sarà il dono di Dio”.
L’incontro, a cui hanno preso parte l’arcivescovo della diocesi di Taranto, mons. Ciro Miniero, i vescovi delle diocesi di Castellaneta e Oria, mons. Sabino Giannuzzi e mons. Vincenzo Pisanello, i vescovi emeriti Filippo Santoro e Salvatore Ligorio e il preside della Facoltà teologica pugliese don Vito Mignozzi, è stato introdotto dal direttore dell’Istituto, don Francesco Nigro, che ha ricordato come, con i suoi attuali 80 alunni e 38 docenti, l’Istituto stia riprendo piede dopo un periodo di stasi.