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Ieri mattina l’arcivescovo Michele Seccia ha celebrato l'eucaristia presso la Comunità Arcobaleno sulla via per San Pietro in Lama, che accoglie diversi ospiti, giovani soprattutto, per aiutarli ad uscire da situazioni di dipendenze varie.

Egli è stato accompagnato da don Carlo Calvaruso, che settimanalmente durante l’anno visita la comunità, celebra l’Eucaristia e si rende disponibile per l’ascolto delle confessioni e per i colloqui personali.

Durante l’omelia, mons. Seccia ha consegnato ai partecipanti tre parole chiave che possano ridonare ad essi speranza nel cammino difficile ma entusiasmante che stanno vivendo: notte, luce e gioia.

La notte. È il periodo del buio e dell’oscurità, ma anche il momento favorevole per vegliare, per essere attenti a sé stessi ed essere forti quando proposte apparentemente allettanti si rendono presenti, col loro carico di non senso e spesso di morte.

La luce. Quella che risplende nel Verbo divino che dal cielo viene sulla terra per far brillare tutte le realtà umane. Cristo, infatti, è venuto nel mondo per condividere ogni sentimento e situazione dell’umanità per ricondurli al destino di gloria che sin dall’inizio Dio desidera per essi.

La gioia. Non un sentimento superficiale e semplicemente emotivo, ma l’effetto profondo di un cambiamento radicale della propria vita, al di là di qualunque sbaglio, attraverso un itinerario educativo difficile, soprattutto durante i periodi festivi, durante i quali la mancanza degli affetti più cari e i richiami tentatori della vita di un tempo si fanno ancor più presenti.

Dopo la celebrazione, l’arcivescovo si è fermato ulteriormente con gli educatori e gli ospiti della comunità, ascoltando in particolare qualcuno di essi e donando un sorriso per ciascuno.

 

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