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La Siria come il Venezuela. È la campagna Natale 2019 di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), pensata per venire incontro ai bisogni del popolo venezuelano e dei cristiani siriani.

In Siria la Fondazione assicurerà aiuti alimentari e gasolio per il riscaldamento a oltre cinquemila famiglie che vivono a Damasco, Aleppo, Homs e Hassaké. In Venezuela, invece, Acs darà da mangiare a circa diecimila persone che vivono a Caracas, La Guaira, San Carlos, Merida e Ciudad Bolivar sostenendo le “pentole solidali”, ovvero le mense organizzate da pressoché tutte le parrocchie per offrire ai venezuelani l’unico pasto della giornata.

“In Siria, così come in Venezuela è la mano caritatevole della Chiesa a rispondere alle esigenze di un popolo ormai allo stremo - afferma il leccese Alessandro Monteduro, direttore di Acs, che nei mesi scorsi ha visitato entrambi i Paesi -. Ma le risorse di queste Chiese locali sono limitate e dobbiamo sostenerle”.

In Venezuela, spiega Acs, il regime di Maduro ha ridotto il Paese in ginocchio. Mancano l’acqua, l’energia elettrica, i generi alimentari e la moneta continua a svalutarsi, tanto che con uno stipendio minimo mensile non si riesce neanche ad acquistare un cartone di uova. In Siria, le conseguenze di oltre otto anni e mezzo di conflitto sono drammatiche e se non riceveranno aiuti tanti altri cristiani lasceranno il Paese.

“Tra le vie di Caracas, così come in quelle di Aleppo, vi sono madri in cerca di aiuto per dar da mangiare ai propri bambini, vi sono malati che non possono permettersi di acquistare medicine, anziani lasciati soli perché i propri figli sono stati costretti ad emigrare per trovare un pur minimo sostentamento per le proprie famiglie”, continua Monteduro, invitando i benefattori italiani a sostenere i due progetti. Sono numerose le iniziative già sostenute quest’anno da Acs in entrambi i Paesi. Da gennaio a settembre 2019, la Fondazione ha infatti finanziato 65 interventi in Venezuela e ben 85 in Siria.

“A Natale vogliamo fare ancora di più - aggiunge Monteduro - e siamo certi che i benefattori italiani non faranno mancare il loro sostegno ai nostri fratelli nella fede. Facciamo sì che questo possa essere finalmente un Natale di speranza in Siria e in Venezuela”.

 

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