0
0
0
s2sdefault

Siamo tutti rimasti scioccati di fronte alle immagini della bambina che vaga a piedi nudi e singhiozzante in mezzo al deserto del Sahara.

 

 

 

In tanti nel mondo hanno già scritto, stanno scrivendo e scriveranno di lei e di ciò che dovrebbe insegnare, una visione del genere, ad una società che sembra, invece, abituata a digerire di tutto e con complice rassegnazione: dalle violenze di ogni tipo, alle guerre su campi di battaglia vecchi e nuovi o quelle finanziarie ed economiche tra i vari stati del mondo, solo apparentemente meno cruente e sanguinarie. Ogni parola, anche la più ricercata e studiata, sembra ormai superflua, tanto più in un momento storico nel quale l’umanità sta compiendo, attraverso l’ingresso nelle vite di tutti dell’IA (intelligenza artificiale), un ulteriore salto evolutivo dal punto di vista tecnologico e non solo, viste le sue ricadute e ripercussioni in tutti gli ambiti della quotidianità.

Ed invece, la vicenda drammatica e commovente della bambina nel deserto del Sahara, deve interrogare la nostra anima ed il nostro cuore, non lasciandoci - si spera - ancora una volta indifferenti. Se ci fermiamo un attimo e facciamo umilmente ma consapevolmente silenzio dentro noi stessi, probabilmente vedremmo apparire davanti a noi diversi spazi di riflessione e diversi angoli di prospettiva. Io mi permetto di condividerne solo uno con voi gentili lettori. Vedere quella bambina nel Sahara, ha suscitato in me il pensiero dell’umanità allo stato primordiale.

Cerco di spiegarmi.

Il deserto del Sahara dista non molte centinaia di chilometri dalla Gola di Olduvai, definita da archeologi ed antropologi la “Culla dell’umanità”, a motivo del fatto che in quella depressione che si è venuta a creare milioni di anni fa’ nel cuore del territorio africano sono stati rinvenuti i resti più antichi dei primi ominidi, vero e proprio anello di congiunzione tra i primati e l’uomo moderno. In quel piccolo essere umano rivestito di poco o nulla, che a piedi nudi vaga singhiozzante in mezzo al deserto in prossimità della “Culla dell’umanità”, a me sembra di scorgere il germe di un’umanità che, nonostante millenni di evoluzione sotto molteplici aspetti, sembra in continua regressione sotto l’unico aspetto che dovrebbe contare, quello della vera fratellanza tra coloro che appartengono alla stessa unica specie e razza umana. “Sorellina minore ti chiediamo perdono se, a distanza di millenni da quando i tuoi e nostri antenati comuni sono partiti dal suolo in cui sono nati per dirigersi liberamente nel resto del pianeta, ti abbiamo costretta ad attraversare i nostri deserti dell’anima, pericolosi e duri da attraversare tanto quanto quello nella cui sabbia i tuoi piedini fanno fatica a proseguire. Sorellina minore ti chiediamo perdono se ti abbiamo fatto piangere singhiozzando in cerca di volti familiari e te li abbiamo negati. Se ti abbiamo lasciato morire in un mare che è nato per unire e che abbiamo fatto diventare un mare di lacrime. Se ti abbiamo imposto di chiedere supplicante di poter giungere e calpestare una terra che per diritto umano è di tutti, e che per questo non dovrebbe avere confini o barriere o muri costruiti da altri esseri che come te e me e noi tutti discendono e discendiamo dagli stessi antenati che hanno mosso i primi passi dal suolo padre e madre africano. Ti chiediamo perdono se abbiamo dimenticato che tu vieni dal futuro e non dal passato.

Ed allora, noi speriamo e preghiamo con tutto il cuore che quel tuo pianto, quel tuo cammino incerto nelle sabbie della vita, quelle tue manine protese in avanti in cerca di volti familiari, possano divenire segno di vagiti di una vita che nasce, i primi gattonamenti di un neonato che curioso si affaccia alla vita, le manine di una bimba che di li a poco trovano un volto familiare che non la lascerà mai più. Buona vita a te sorellina minore venuta dal futuro per insegnare a noi che l’amore fraterno esiste davvero!

 

Forum Famiglie Puglia

 

Mi curo di te, la sanità nel Salento. Radio Portalecce