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In questi giorni l'autorità garante ha riunito a Napoli tutti gli esperti e gli addetti ai lavori delle telecomunicazioni, chiedendo loro di prendere un impegno solenne per far scoprire la privacy a 5 milioni di bambini.

 

 

Per esempio, stampando opuscoli da distribuire alle feste nei fast food. Si tratta di un traguardo importante ma difficilissimo da raggiungere. Anche perché quasi sempre sono i genitori che raccontano le vite dei loro bimbi sui social senza alcuna attenzione alle conseguenze. Quello della privacy sul web è un tema a cui bisogna prestare la massima attenzione. La privacy riguarda la tutela di noi stessi e dei nostri dati personali, ed eliminare qualcosa che non volevate condividere può non essere così semplice rispetto ad un documento cartaceo. Sul web resta davvero tutto. Ma il punto non riguarda soltanto dati condivisi di cui ci si potrebbe in futuro pentire, bensì anche la trasmissione dei dati a terzi. Le autorizzazioni che si danno, cliccando spesso ovunque sia richiesto senza leggere attentamente e senza prestarvi troppa attenzione, col tempo potrebbe rivelarsi un boomerang per noi stessi, ritrovandoci contattati da aziende con cui non era nostra intenzione condividere le informazioni che ci riguardano. I giovani espongono sui social i loro segreti più intimi, perché bisognosi della considerazione sociale di ciò che accade nelle loro vite, condividono fotografie per gioco o per rendere pubblica una relazione d’amore; i genitori inesperti della rete pubblicano foto di minori, installano senza consapevolezza sui propri smartphone applicazioni, allettati dalla parola “gratuita”. I professionisti mettono a rischio i loro contatti di lavoro attraverso lo scambio d’informazioni via e-mail con colleghi e clienti e scansioni di atti. L’uso delle più recenti tecnologie rende i dati sensibili indifesi di fronte ad attacchi esterni e spesso soggetti a incidenti informatici che compromettono il loro recupero. Foto, video, chat sono tutti elementi che lasciano dati sensibili ovunque. La cura dei dati è affidata a internet che, come una grande tribù priva di presenza fisica, opera una condivisione di informazioni. La distanza scompare, e come nelle caverne il corpo rimane nudo: i dati sono allo scoperto. Dobbiamo ricordare che la superficialità può avere costi molto alti. Attenzione dunque alla nostra privacy. Sempre

 

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