In un momento storico caratterizzato e ormai monopolizzato dal tema dell’Intelligenza Artificiale, ci piace fare riferimento ad un’altra tipologia di intelligenza.

E lo facciamo prendendo spunto da un libro molto bello ed in testa alle classifiche di vendita. Quando terminiamo la lettura di un libro che ci ha particolarmente appassionato, tenendoci incollati dalla prima all’ultima pagina, oltre che avere ben impressa nella mente la sintesi dello stesso (il messaggio di fondo), riecheggiano in testa alcune righe che, tra le tante altre, ci hanno particolarmente colpito. Saranno quelle le espressioni, saranno quelli i concetti che contribuiranno ad aumentare il nostro bagaglio umano, oltre che culturale, accompagnando ed arricchendo le nostre giornate.
Beninteso. Va da sé che il libro può appartenere a qualsiasi genere ed essere stato scritto da qualsiasi autore. Ma una cosa è certa: non sarà capitato per caso nelle nostre mani. Ebbene. Ho appena terminato di leggere l’ultimo libro pubblicato da Aldo Cazzullo, giornalista, scrittore, autore televisivo che ammiro tantissimo, dal titolo “Francesco il primo italiano” (HarperCollins Italia).
È dedicato, appunto, alla straordinaria figura di San Francesco, del quale nel 2026 ricorrono e si festeggeranno gli ottocento anni dalla morte. Il libro, com’è nello stile dell’autore, è al contempo scorrevole, ricco di riferimenti storici e, soprattutto, di spunti di riflessione. Lascio, ovviamente, a chi lo ha già letto o lo leggerà, il farsi una propria personale opinione in merito alla estetica (com’è scritto) ed al contenuto (messaggio di fondo). Personalmente, offro una mia lettura su uno dei tanti spunti.
A pagina 60 l’autore scrive: “…aveva un’intelligenza predittiva, sapeva cogliere i segni dei tempi, instaurare sintonia con le persone, le cose, gli animali, ed era in grado di leggere bene le intuizioni del proprio cuore generoso…”. Sono stato sempre affascinato dalle infinite (e per la stragrande maggioranza ancora inesplorate) capacità e potenzialità della “mente umana”. Motivo per cui, ogni volta che mi imbatto in letture, programmi televisivi, incontri sul tema, o anche dialoghi tra parenti o amici sull’argomento, cerco di cogliere l’occasione per soddisfare la mia curiosità ed approfondire le mie conoscenze sul tema.
In passato mi è anche capitato di leggere un libro che parlava della capacità, ad esempio, degli aborigeni australiani di leggere nella mente degli altri anche trovandosi ad una grande distanza. Son certo che tanti, tra i gentili lettori, avranno avuto modo di imbattersi in letture sul tema, se non sceglierle, appassionarsene e, per questo, magari essere molto più preparati. Al netto di ciarlatani, truffatori, o personalità non proprio limpide che, nel corso della storia ed anche oggi, cercano di straparlare a vanvera sul tema e costituiscono, loro sì, dei veri e propri pericoli per sé stessi e per gli altri, è innegabile che donne e uomini veramente speciali hanno avuto ed hanno una capacità di entrare non solo nei cuori e nelle menti di altre donne e uomini (la qual cosa già li rende straordinari), ma (starei per dire “di conseguenza”) hanno avuto ed hanno anche la incredibile capacità di leggere e predire il futuro di singole donne, di singoli uomini e quello del mondo che si trova sia vicino che lontano da loro.
Ecco cosa si intende per “intelligenza predittiva”. Essere sulla stessa lunghezza d’onda umana di coloro che si hanno dinanzi; mettersi veramente nei loro panni; gioire e soffrire con loro e come loro. Sperimentare questa strettissima unione di spirito e di corpo con chi ti è dinanzi, soprattutto se debole ed indifeso. L’essere in grado di entrare e dunque “leggere nel profondo il loro presente”, conferisce a donne e uomini speciali e straordinari la capacità di “predire” il futuro non solo di quelle donne e quegli uomini, ma anche della società attorno e loro coeva. È questa l’ulteriore prova (a dire di Cazzullo nel caso di San Francesco) che rende uniche ed unici donne e uomini che lasciano un segno indelebile nella storia del periodo in cui sono vissute e vissuti, ma anche in tutta la storia dell’umanità. Ed io mi sento di concordare in modo convinto con l’autore.
Francesco d’Assisi, oltre a tutte le eccezionali doti che l’hanno reso ciò che è, ha avuto anche questa particolarità: aveva una “intelligenza predittiva”. Prediceva il futuro di chi incontrava, semplicemente perché era entrato (non improvvisando, ma preparandosi e pregando tantissimo) nelle vite di chi aveva dinanzi, in particolare dei più deboli. Ma non solo di costoro; perché stessa sensibilità ha avuto anche al cospetto dei potenti dell’epoca. Qualcuno potrebbe affermare: “questa è una delle caratteristiche dei profeti, e profeti ce ne sono stati e ce ne sono tanti. Quindi Francesco d’Assisi è uno dei tanti profeti”. Vero e grazie al cielo, aggiungo io; anzi, se ascoltassimo i profeti di ieri e di oggi (che non mancano), il mondo sarebbe un posto migliore. Ma la grandiosità di Francesco è dovuta innanzitutto alla particolarità del contesto storico e sociale in cui è vissuto ed ha testimoniato. Poi allo shock che ha provocato attorno a sé con le scelte, per l’epoca, assolutamente radicali. Una radicalità evangelica ovviamente.
Ecco perché noi donne e uomini di ogni epoca e di ogni luogo siamo chiamati non solo a guardare sia ai profeti che a chi dimostra di avere una “intelligenza predittiva”, ma anche e soprattutto a seguirli, entrando con umiltà e “mansuetudine” (uno dei tratti umani di Francesco d’Assisi) nella quotidianità degli altri, soprattutto i più deboli ma non solo. Solo così riusciremo anche noi - e senza gridare al miracolo - ad essere prima “intelligenti” (nel senso migliore del termine e non finalizzato alla vanagloria) e di conseguenza a “predire” il futuro... un futuro che sia finalmente buono… per tutti… se veramente lo desidereremo! Questo e molto altro è racchiuso nel bellissimo nuovo libro di Aldo Cazzullo.

