Il 18 marzo scorso, se fosse stato ancora tra noi, don Tonino Bello avrebbe festeggiato il suo novantesimo genetliaco e al nostro pensiero augurale, egli, avrebbe sicuramente risposto: “Vi voglio bene”!
Oggi si può continuare solo a dirgli il sincero grazie per la sua testimonianza credibile e feconda di maestro, presbitero, vescovo al servizio degli ultimi, delle periferie esistenziali.
Il compito dei credenti è quello di continuare a percorrere il sentiero che egli ha tracciato, seguendo con umiltà le sue orme. Ma, per fare ciò, occorre conoscere chi è stato don Tonino Bello, quale è stata sua vita - non solo durante il ministero episcopale - e quali le sue idee alla luce del Concilio Vaticano II, del magistero efficace e sapiente della Chiesa, della buona notizia di Cristo ai poveri!
Un utilissimo strumento, per fare ciò, è il nuovo volume del vescovo Vito Angiuli (Ugento-Santa Maria di Leuca): “Grazie don Tonino” - edito nel mese di febbraio scorso per i tipi de Il pozzo di Giacobbe - ché «Leggendo questo libro, anche chi non ti ha mai conosciuto personalmente sarà attratto dalla tua persona e si sentirà quasi “uno di famiglia”. Potrà così partecipare alla festa, conoscere meglio il tuo lato umano, il tuo afflato spirituale, il tuo desiderio di santità» (p. 9).
Due sono i capitoli che compongono il libro e in essi sono raccolti testi editi e inediti di vescovi e sacerdoti della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, dei fratelli Marcello e Trifone Bello; e le due cittadinanze onorarie conferite al vescovo alessanese rispettivamente dai comuni di Ugento e Tricase.
Significativa e di grande ispirazione è la premessa, di Angiuli, scritta sotto forma di epistola e indirizzata direttamente al venerabile don Tonino. Una lettera per dirgli grazie e raccordare ricordi, pensieri e testimonianze.
Di forte impatto emotivo è poi l’introduzione che riporta un testo inedito, tratto dalla registrazione della visita compiuta a don Tonino dal sindaco e dai consiglieri comunali di Alessano avvenuta circa due mesi prima della nascita al cielo del vescovo di Molfetta. In «Voglio morire a Molfetta ed essere sepolto ad Alessano» sono riportate in corsivo le espressioni dialettali di don Tonino: un grande segno - si potrebbe dire sino alla fine - e una grande testimonianza del legame con la sua amata terra natia. Il venerabile vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi racconta, ascolta e ringrazia con il suo consueto stile umile. Egli è l’«uomo tenace, uomo pacifico» così come viene definito dell’intervista al fratello Trifone (pp. 96-105).
Mons. Vito Angiuli ha fatto un grande dono alla comunità dei “lettori” di don Tonino Bello, perché i testi raccolti in “Grazie don Tonino” offrono un’immagine del vescovo venerabile inedita, e al tempo stesso chiara ed efficace, dell’impegno che egli ha reso alla Chiesa di Dio attraverso il ministero presbiterale in terra salentina. E questo grazie alle testimonianze di «(…) persone che, in vario modo, ti hanno conosciuto personalmente e hanno instaurato con te rapporti di familiarità, di fraternità e di vicinanza. Si tratta di testimonianza di prima mano espresse da coloro che, almeno in parte, hanno segnato la tua vita» (p. 9).
Don Tonino Bello continua a camminare tra coloro che l’hanno conosciuto e tra coloro che non l’hanno sconosciuto seguita a lasciare messaggi di pace, fratellanza, comunione e sinodalità. Questo avviene grazie all’impegno editoriale e di ricerca di chi, come il vescovo Angiuli, prosegue sulla strada tracciata che da Alessano porta e Molfetta, al mondo.