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Il sociologo Z. Bauman propone diverse definizioni di felicità: una con significato ‘oggettivo’, riferito ad un’altra persona, quando riconosciamo per lei situazioni o stati positivi che associamo alla felicità. Un altro è quello ‘soggettivo’, relativo al vissuto personale di emozioni, sensazioni, stati mentali. Una terza definizione o concetto è relativa alle visioni storiche della felicità, in particolare dei greci e dei romani, secondo i quali è felice colui che non è indigente e non cade negli eccessi, trovando in questo la sua misura. La beatitudo dei romani e l’eudemonia dei greci ben rappresentano quest’idea.

La complessità del vissuto storico contemporaneo riduce le prospettive e le azioni individuali entro ambiti ristretti e a breve termine, influenzati da un insieme di processi e di dinamiche che si manifestano per il semplice motivo che siamo animali sociali.

Oggi le persone si trovano a fronteggiare un mondo in cui prevalgono la quantità, la varietà e mobilità dei riferimenti culturali, come delle occasioni e situazioni di vita. La ‘cultura’ è oggi intesa come l’insieme di tradizioni e visioni del mondo che non possono essere condivise e replicate. Attualmente si parla, infatti, di ‘deculturalizzazione’. 

“Quanto è facile accontentarsi dei piaceri superficiali; (...) vivere solo per se stessi, apparentemente godendosi la vita! Ma prima o poi ci si rende conto che non si tratta di vera felicità, perché questa sta molto più in profondità: la troviamo soltanto in Gesù” (Benedetto XVI, 28 Novembre 2005, Messaggio del Santo Padre ai giovani d’Olanda).

Per Papa Francesco (Svezia, Malmo Santa Messa, Omelia 1 novembre 2016) “i santi hanno scoperto il segreto della felicità autentica, che dimora in fondo all’anima ed ha la sua sorgente nell’amore di Dio. Perciò i santi sono chiamati beati”.

La cultura della libertà assoluta, creatrice di ogni felicità, porta l’uomo a negare ogni trascendenza nell’ottica soggettiva del piacere immediato. L’uomo ritiene di bastare a se stesso quando elimina la verità oggettiva e il diritto naturale, inteso già dall’antichità come quel complesso di conoscenze e valori universali substrato del genere umano.

Ma “il desiderio di felicità è di origine divina; Dio l’ha messo nel cuore dell’uomo per attirarlo a sé, perché egli solo lo può colmare” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1718).

 

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