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“Le parole fanno più male delle botte”, scriveva così, nella sua lettera d’addio Carolina Picchio, una ragazza di 14 anni che non è riuscita a sopportare le offese subite in rete; quei video diffusi per ripicca, che hanno devastato la sua intimità. Non ha retto e si è lanciata dalla finestra della sua casa di Novara.

 

 

 

Sono sotto gli occhi di tutti, ogni giorno, gli effetti devastanti di telefonini e computer utilizzati male. Il padre della ragazza si impegna giornalmente a incontrare i ragazzi nelle scuole, negli oratori, nei centri sportivi. Ha creato una fondazione, in ricordo della figlia e, con Fondazione Carolina il padre Paolo ha incontrato 120.000 ragazzi negli ultimi due anni; insieme ad esperti ha formato migliaia di insegnanti.

Il tema del cyberbullismo diventa quindi centrale in una società come quella di oggi. Togliere i cellulari non è la soluzione, ci vogliono regole precise, ci vuole l'esempio ma soprattutto grande attenzione e coinvolgimento. Ivano Zoppi segretario generale della Fondazione Carolina, ha creato dei reportage per spiegare ai ragazzi i risvolti civili e penali; le conseguenze a cui vanno incontro i cyberbulli, ma anche i loro genitori e tutti gli strumenti che hanno in mano le vittime per difendersi.

Molto interessante anche il progetto bullismo 360° pensato per provare cosa significa vivere un’esperienza di bullismo, dal punto di vista degli attori coinvolti. Si potrà vivere con la realtà 3d “la situazione tipo”, e vedere l’agire del bullo, il bullizzato e lo spettatore che assiste senza intervenire, immergendosi empaticamente nella situazione, con l’utilizzo di dispositivi 3d per ricreare la realtà virtuale.

Tanti gli strumenti che vengono proposti negli ultimi anni, perché si diventi sempre più consapevoli che il mondo di internet e prezioso se rimane pulito.

 

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