0
0
0
s2sdefault

Un piano da 190mila euro finalizzato, nello specifico, ad apportare delle modifiche al sottopasso Turbigo, quello che viene definito come galleria-dormitorio e mette in collegamento via Marsala a via Giolitti a Roma.

 

 

Lo scopo è quello di porre un freno al degrado del tratto in questione, impedendo i bivacchi tra un pilone e l'altro del passaggio tramite l'installazione di un muro composto da lastre in travertino. Col medesimo sistema saranno inoltre chiuse le finestre lungo il tunnel. E in tutta Europa l’idea si diffonde: a Parigi e in altre città francesi, come anche nel métro, sono state installate delle panchine che impediscono di coricarsi, con posti separati da braccioli fissi, oppure dei sedili alti, inclinati, riservati ai viaggiatori. “La pratica si generalizza – dicono i volontari della Fondation Abbé Pierre – sotto tutte le forme”. Alcuni comuni nel resto della Francia hanno adottate altre misure repressive, con lo stesso identico scopo: allontanare i senza tetto dai luoghi riparati e impedir loro di dormire in strada. Ecco perché è nata la campagna #SoyonsHumains della stessa Fondation Abbé Pierre, che dopo aver tappezzato Parigi di manifesti che chiedono di offrire un alloggio decente a chi non ce l’ha, ha denunciato a gran voce l’assurdità di queste forme di contrasto non tanto alla povertà, quanto a chi vive nel bisogno: “Non è ai poveri che bisogna fare la guerra, ma alla povertà”. Per chi vive in Francia – ma non solo perché ci sono già anche delle denunce che riguardano l’Italia pubblicate su Twitter attraverso l’hashtag #SoyonsHumains -, si può facilmente partecipare alla campagna fotografando le barriere anti-clochard e inviando la prova della guerra ai poveri sul sito soyonshumains.fr.

Un’altra valida alternativa per denunciare è twittare direttamente sul proprio profilo, con tanto di geolocalizzazione attiva, l’immagine dei pilastri appuntiti o delle panchine che impediscono di sdraiarsi e contribuire così all’enorme denuncia virtuale che la Fondation Abbé Pierre ha messo in atto. I cittadini sono tutti d’accordo: Che ci sia la neve o il sole di agosto, non si può più tollerare chi bivacca ogni giorno dell’anno. Non è dignitoso né per la comunità, né per chi si rifiuta di tornare a casa dalla propria famiglia.  Ci sono e ci saranno sempre i senza fissa dimora che dormono per strada e sono sempre più giovani, ma i nuovi poveri sono soprattutto quelli che vivono di espedienti, che fanno lavoretti in nero. Purtroppo, colpisce sempre più ambulanti, badanti che non hanno anziani da accudire, famiglie con i figli che non sanno come sbarcare il lunario. Sono una quarantina a Lecce gli ultimi e i bisognosi che vivono nei pressi della stazione e dei monumenti a Lecce. Alcuni per scelta, altri per il rovescio della vita. Bisogna trovare una sistemazione adeguata, non si risolve il problema mandandoli via.

 

 

Forum Famiglie Puglia