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In un’epoca in cui tutto avviene su internet c’è un numero significativo di ragazzi che ha paura del web, sentendosi poco protetto.

 

 

 

Le leggi vigenti evidentemente non sono del tutto adeguate, tenuto conto che tra il 2016 e il 2021 l’80% dei procedimenti penali per discorsi di odio è finito con l’archiviazione o l’assoluzione. Per venire incontro a questa più che legittima richiesta di protezione l’associazione Terre des Hommes ha presentato una serie di proposte di riforma, nel corso di un convegno alla presenza del ministro per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti. L’obiettivo è rendere più effettiva la difesa delle giovani vittime di reati informatici e proteggere, quindi, centinaia di bambini e adolescenti. sono soprattutto le ragazzine le più spaventate. Diffamazioni, hate speech, sfide pericolose on line sono sempre più frequenti, causando sofferenza, dolore e in alcuni casi conseguenze irrecuperabili per le vittime. L’ultimo caso ha coinvolto un quattordicenne, che si è gravemente ustionato mentre partecipava ad un’assurda sfida “challenge” sui social network. Fenomeni come questi, purtroppo, sono sempre più difficili da individuare e persino da punire.

Ecco cosa prevedono le proposte avanzate durante la conferenza tenutasi a Roma, elaborate da un team di esperti legali:

1) Istituire, come prestazione obbligatoria delle piattaforme, un contatto telematico con cui chiunque possa notificare la presenza sulla piattaforma di contenuti ritenuti illegali o inviare qualsiasi altra comunicazione di natura legale. Le notifiche e le comunicazioni inviate al contatto telematico devono essere considerate idonee e sufficienti per la formale messa a conoscenza dei contenuti segnalati;

2) Rendere effettivamente perseguibile l’autore del reato, identificandolo nei casi previsti dalla legge. La collaborazione con le autorità procedenti dovrà essere obbligatorio per le piattaforme, prevedendo sanzioni amministrative in caso di inadempimento;

3) Individuare con certezza, anche per i reati commessi via social, la relativa giurisdizione, considerando il reato commesso nel territorio dello Stato dove la persona offesa abbia la residenza, la dimora o il domicilio;

4) Individuare con certezza la competenza territoriale dei reati commessi attraverso la rete, come previsto per quelli commessi attraverso

Trasmissioni televisive o radiofoniche: la competenza dovrà essere determinata con riferimento al luogo di residenza della persona offesa dal reato;

5) Istituire un’Autorità Garante dei diritti degli utenti della Rete e di Protezione dei Minori, necessaria a rendere più effettiva la protezione dei minori nei casi in cui esiste oggi un vuoto di tutela. Il Garante dovrà assicurare una presa in carico veloce delle segnalazioni, permettendo

Una rimozione tempestiva dei contenuti illeciti, senza costi per gli utenti e sanzioni amministrative in caso di inadempimento

 

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